“Son già trascorsi dieci anni dalla rottamazione di JEK (un Volkswagen Transporter T3 del 1981) e spero di poter rivivere domani, col nostro nuovo mezzo, le stesse emozioni del viaggio in libera squattrinato e senza fronzoli. L’idea di viaggio che JEK ha radicato in me e nel mio compagno è l’idea di quello fatto di docce solo esterne e solo fredde, di batteria dei servizi perennemente scarica, senza pannello solare e senza inverter, di porta potti utilizzato come pouf in dinette, di letto da fare e disfare ogni mattina ed ogni sera. Forte della sua “cortezza” e della sua “piccolezza” (in 4,57 per 1,84 mt ci stava proprio tutto l’indispensabile!), JEK ha vissuto parcheggiato ai piedi della moschea blu di Istanbul,
nel centro storico di Nizza, fra una Ferrari e una Mercedes sul corso principale di Monaco… un mezzo per cui ogni angolo di mondo era accessibile e godibile. L’antifurto? Un cane.
La retrocamera? Una testa umana fuori dal finestrino lato guida. Il frigorifero? 41 litri lordi, che l’insalata andava conservata già sminuzzata per recuperare spazio fondamentale per una bistecca! Eppure era tutto fantastico con lui. JEK è stato capace di donarci LIBERTA’ in ogni momento che abbiamo trascorso insieme. Ma gli anni passano e la famiglia cresce. Oggi siamo in quattro e, non volendo rinunciare alla stessa idea di libertà pur senza trascurare i bisogni di spazio e comodità dei bambini, ci stiamo dotando di un Van Challenger V114 Max. Il nostro ODISSEO ci accoglierà in 5,99 metri e non dovremo piegare la testa per starci dentro in piedi. Forse non potremo posteggiarlo a ridosso del Colosseo, ma l’importante è che torniamo a regalarci migliaia e migliaia di chilometri liberi”.
A proposito di JEK
JEK è il nomignolo attribuito da Serena al suo Volkswagen Transporter T3 del 1981, rottamato dieci anni fa dopo trenta di onorato servizio. Equipaggiato con un motore diesel 1600 cc da 37 KW (50 cv), tutto camperizzato originale Westfalia (anche il tetto apribile), è stato immatricolato nel 1981. Tutte le riparazioni sul veicolo sono state eseguite con pezzi originali dai ragazzi di Westfalia.it a Vertemate (Como). Dieci anni fa è stato rottamato e regalato ad un collezionista, potrebbe essere ancora in un museo ma Serena ne ha perso le tracce.
Chi è Serena Fiorentino
Classe ’81, Serena è laureata in Lingue e Letterature Straniere. Scrittrice, attivista, musicista, fa volontariato e usa varie forme d’arte per diffondere messaggi e per perorare le cause ambientaliste e sociali: dal movimento no TAP, a quello per la difesa degli ulivi, alla lotta per i diritti umani. Ha partecipato al corso di formazione “La cittadinanza europea attiva e solidale per il raggiungimento degli obiettivi del millennio” presso Volontari nel mondo-FOCSIV a Roma, si è diplomata in Educazione allo Sviluppo, corso tenuto dall’UNICEF presso l’Università La Sapienza di Roma. Volontaria presso il Centro di Prima Accoglienza “Don Tonino Bello” di Otranto e collaboratrice presso “AGIMI” (Centro Albanese di Terra D’Otranto) di Maglie, ha partecipato come osservatrice internazionale alle elezioni amministrative nel Kurdistan turco. È stata responsabile del settore Educazione allo Sviluppo presso CTM onlus (Lecce), come referente CTM per il progetto “Gli Obiettivi di sviluppo del Millennio e la Cooperazione decentrata” ed ha partecipato al progetto “Cittadinanza attiva e solidale” ad Otranto. Ha svolto un anno di Servizio Civile presso i Volontari nel mondo- FOCSIV, a Roma come responsabile del settore Educazione Allo Sviluppo. Non ha mai smesso di coltivare le altre sue passioni: scrittura e musica, comunque legate al suo sostegno all’ecosistema e al sociale. Ha frequentato, presso il Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, i corsi di Etnica Mediterranea, Pianoforte Complementare, Teoria e Solfeggio e percussioni. Successivamente ha frequentato il corso di batteria presso il Saint Louis Music Centre di Roma. Ha pubblicato il volume “Nazim Hikmet, un uomo e un poeta in continua evoluzione” e la raccolta poetica “Lecce Roma Istanbul Diyarbakir”, edita da Amaltea.
Oggi è conosciuta come la “mamma NO TAP” e, il 6 marzo 2018, ha ricevuto il premio nazionale Donne Pace Ambiente “Wangari Maathai”, grazie anche al suo libro illustrato “Tanto non la fanno”, una raccolta di favole per spiegare la TAP ai bambini
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