La tradizione di Buti, piccolo comune dell’entroterra pisano, vuole che il Palio delle Contrade sia celebrato ogni anno la domenica che segue il giorno 17 (festa di Sant’Antonio Abate). Purtroppo, a causa della pandemia, da due anni a questa parte la manifestazione ha visto la cancellazione o lo spostamento ad altra data: è così anche per il 2022 che vedrà il palio per le vie della località toscana in svolgimento il 24 aprile prossimo, il pomeriggio alle 15.
Il Palio di Buti è il classico Palio ”alla lunga” cioè un percorso in linea di circa 750 mt in leggera salita sulla strada cittadina, dopo la retta di partenza due leggere semicurve destra e sinistra portano alla curva finale questa un po’ più impegnativa ancora a sinistra, per poi accedere alla breve retta finale.
La partenza viene data dal Mossiere tramite lo sgancio di una corda elastica detta anche Canape, si corre a sella con batterie e finale normalmente con tre cavalli.
La parte forse più bella però è il grande lavoro di preparazione del palio e i tradizionali riti che accompagno lo scandire dei mesi, delle settimane e dei giorni precedenti nella piccola cittadina in provincia di Pisa.
Sono ben cinquanta anni, ossia dal lontano 1961, che il Palio di Buti si svolge secondo regole e principi stabiliti dal Seggio di Sant’Antonio, di cui fanno parte il Sindaco, il Pievano, i rappresentanti delle sette contrade e i componenti del Seggio. Il palio si corre normalmente la domenica successiva al 17 gennaio (come accennato a causa della pandemia negli ultimi due anni le date sono variate, ndr), giorno del santo, ma la preparazione al grande evento inizia molti mesi prima, quando ogni contrada va alla ricerca del miglior cavallo e del fantino più esperto per poter strappare l’ambito “cencio” alle altre contrade. Ogni anno l’ambito palio viene dipinto da un artista del paese.
Nella domenica che precede il Palio la Contrada vincitrice dell’ultima edizione, con un corteo che muove dalla Sede sino al Duomo, riconsegna il Drappo al Pievano che, col Presidente del Seggio, procede al sorteggio delle tre batterie.
Nelle sere di questa settimana, una sera a Contrada, viene celebrata una Santa Messa, nelle rispettive chiese; dopo il rito religioso si dà inizio ad un succulento banchetto di buon auspicio a cui parteciperà tutto il paese. E’ questa la prima sfida che si lanciano le contrade: dimostrare quale è stato il banchetto più ricco. Alla vigilia del palio, nel pomeriggio le visite veterinarie ai cavalli iscritti e successivamente, nella piazza principale, la presentazione dei fantini e del mossiere. Tra le tante cene quella che però riveste grande solennità è quella che precede la corsa, dove sulla tavola imbandita di piatti tipici locali, la trippa fa la parte della regina. Questo piatto, considerato propiziatorio per la festa, viene cucinato da ogni nostra contrada che ne conserva gelosamente la ricetta tramandata di generazione in generazione. Il vino, prodotto tipico della zona oltre all’olio, non manca sulla tavola imbandita dei contradaioli.
La Domenica del palio, dopo la Santa Messa dei Cavallai, alle prime ore della mattina, nelle Contrade e nelle tante osterie del borgo è usanza ritrovarsi per la tradizionale trippata. A metà mattina tutte le Contrade sfilano per il paese, fino a raggiungere il sagrato del Duomo, dove vengono consegnati ai fantini giubba e berretta e vengono benedetti i cavalli che correranno il Palio.
Intorno alle 14,45 iniziano le gare vere e proprie. Il tracciato, interrato e adeguatamente protetto, di circa 750 mt, presenta due leggere curve sul primo tratto e un’ultima curva, prima della dirittura in leggera salita. Tre tribune con posti a sedere e tre maxi schermi consentono l’intera visione della corsa, anche se in linea. Si corrono la I° e la II° batteria dove vengono sorteggiati, in ognuna, tre cavalli e a seguire si corre la III° dove, oltre all’ultimo cavallo sorteggiato, ricorrono i secondi arrivati delle precedenti batterie. I vincitori delle tre batterie disputano la finale. In totale sono quattro corse ognuna di tre cavalli.
Il Palio di Buti rappresenta per i butesi la manifestazione più importante dell’anno, un evento vissuto con grande passione, dedizione e gioia. Sempre più turisti vengono a Buti, curiosi di scoprire usi e costumi di questa festa che affonda le sue radici nel lontano XVII sec., quando la dedizione delle stalle del paese nel giorno di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, rappresentava un importante cerimonia religiosa nell’ambito dell’economia contadina del posto. Fino alla fine degli anni cinquanta erano i cavalli di queste zone che, dopo la benedizione, venivano lanciati in corsa dai rispettivi proprietari. Attualmente i cavalli vengono scelti tra i più prestigiosi d’Italia.