10 settembre – Agnone (IS)
Fede, tradizioni, musica, teatro, enogastronomia e giochi popolari si fondono in un pomeriggio assolato nel quartiere Maiella. Fra vociare e musica, bambini festanti che si rincorrono tra gli scivoli e le altalene, salsicce e arrosticini, sbandieratori, gare di tiro alla fune e sfide tra balestrieri, scende la sera in piazza del Popolo. Per le celebrazioni in onore della Madonna della Libera viene messa in scena un’accorta miscela tra culto religioso e divertimento. Tramite una rievocazione medievale, gli sbandieratori e i balestrieri di Sulmona danno il via al Palio della Cuccagna che vede antagonisti nell’arrampicata i rioni della città. Nei volti delle centinaia di presenti si percepisce quanto questa sfida sia attesissima da tutta la cittadinanza. Il vincitore del Palio decreterà lo stemma del quartiere che per un anno affiancherà la Madonna della Libera nella chiesa di Maiella.
Una serata speciale per salutare il nostro ultimo weekend prima del suono della campanella che segnerà l’inizio di un nuovo anno scolastico. Domani sarà il nostro ultimo giorno di vacanza e vogliamo accoglierlo letteralmente con i fuochi d’artificio! In quest’ultima settimana abbiamo fatto scorpacciata di panorami memorabili e centri storici caldi e accoglienti, di persone semplici e solari e di cibi talmente buoni da leccarsi i baffi. Ci avevano parlato del Molise come di una regione dimenticata e forse lo è davvero: una regione che vive della sua autenticità proprio grazie al fatto di essere sconosciuta ai più, fuori dai flussi turistici di massa e lontana dalla mercificazione delle vacanze. In quest’ultima settimana abbiamo esplorato a passo lento un gioiello nel cuore dell’Italia che si è lasciato discretamente respirare in tutta la sua freschezza e salubrità.
11 settembre Ripalimosani (CB) – Gambatesa (CB)
Ultimo giorno di vacanza. Decidiamo di comune accordo di chiudere questo tour del Molise in bellezza così come lo abbiamo iniziato. Scegliamo di tornare a Gambatesa per far coincidere il benvenuto con l’arrivederci. Oggi non è lunedì, il castello di Capua sarà sicuramente aperto e potremo giocare il nostro recupero. Un’ora e mezza di strada…questa mini regione ci ha disabituati a cotanto “lunghe” percorrenze. Allora, a circa metà percorso, votiamo all’unanimità una pausa aperitivo. Ripalimosani è un piccolo comune montano di 3000 abitanti in provincia di Campobasso. Il centro storico profuma di panni appena lavati e di ragù della domenica.
Al Central bar in piazza sono seduti una decina di uomini che occupano tutti e tre i tavolini a disposizione. Vedendoci arrivare ci fanno subito spazio, avvicinano i tavoli e aggiungono qualche sedia; ci accolgono come se ci conoscessero da sempre. Beviamo Peroni e sgranocchiamo arachidi mentre alcuni si sfidano a briscola con un vecchio mazzo di napoletane logoro. Di tanto in tanto passa qualche pellegrino zaino in spalla e si ferma alla fontana per rinfrescarsi durante il cammino. Il tratturo Castel di Sangro-Lucera continua ad accompagnarci lungo ogni nostra tappa e lo ritroveremo anche più in là, a Gambatesa, affacciato sullo spettacolare azzurro del lago di Occhito.
“Il Molise è per me un sogno. È un mito tramandatomi dai padri e rimasto nel mio sangue e nella mia fantasia.” ( Francesco Jovine)
A mezzogiorno decidiamo che è l’ora di ripartire: è vero che il Castello di Capua a Gambatesa è aperto, ma non lo sarà ancora a lungo e la strada da percorrere per inerpicarci fin su in paese, se ben ricordiamo quella fatta all’andata, non è delle migliori. Una volta fra le possenti quattro mura, tra un affresco e l’altro ci affacciamo dalle finestre del piano superiore e le viste che si susseguono sembrano anch’esse degli affreschi di ottima fattura: la piazza con la spettacolare chiesa, il lago, gli uliveti, le casette che si abbracciano strette…
Gambatesa e tutto il Molise che abbiamo conosciuto sono il luogo ideale per godere di paesaggi unici e borghi a misura d’uomo, lontani dagli stress e dai ritmi cittadini. Qui si respirano ancora pace, silenzio e tranquillità, circondati a perdita d’occhio da montagne e boschi. E, non da ultimo, qui si mangia davvero bene, motivo per cui non perdo tempo e prenoto subito un tavolo per quattro al ristorante Stanlio Ollio e Peperoncino, dove avevamo già cenato domenica scorsa. Chiudiamo la vacanza lì dove l’abbiamo aperta, seduti di fronte ad un ottimo filetto di manzo ai porcini con fonduta di caciocavallo al tartufo: uno spettacolo!
Diamo il nostro arrivederci ad una terra incastonata come gioiello prezioso al centro dell’Italia, una terra che, come cantano i Riserva Moac (collettivo folk rock italiano fondato nel 2002, formato da nove musicisti molisani, ndr), ha il cuore rosso di Tintilia (vino doc del Molise, ndr).
“Io sono qui, non chiedo di più, io sono un ospite come sei tu”.
(Parcheggio a Ripalimosani su Strada Provinciale di Ripalimosani, 20)