09.06.2023 Larino (CB)
Dopo più di 4 ore di strada lungo quella che sembra la regione senza fine d’Italia, finalmente usciamo dalla Puglia ed entriamo in Molise. Cambiamo playlist su Spotify; lasciamo i Sud Sound System per passare all’ultimo album dei Riserva Moac sparato a tutto volume nelle casse. Per la nostra sosta molisana di quella che si prevede come una lunga scalata verso il nord dello Stivale, scegliamo un paese antico, importante, accogliente. Arriviamo a Larino e già assaporiamo il medioevo e il rinascimento, le tracce di orde saracene ed ungare, la storia di Annibale e della seconda guerra Punica, quella di Fabio Massimo e della sua dittatura al tempo dei Romani.
Vista l’ora tarda ci concediamo solo qualche vasca lungo via Cluenzio, su e giù dalla Cattedrale fino a piazza Garibaldi, con lo sguardo all’insù ad osservare i colori sfavillanti delle mille e mille lucine delle luminarie che addobbano tutta la strada. Via Cluenzio non può che ricordarmi Cicerone, ma l’anno scolastico è finito giusto oggi, quindi scelgo di non infierire sui miei due poveri figli con un’improvvisata quanto urgente lezione di latino. Oggi è solo tempo di godere dei primi tanto agognati momenti di vacanza; la celebre orazione Pro Aulo Cluentio Habito può aspettare. Eppure ci penso e ci ripenso, e mi tornano fervidi i ricordi di un allora tanto detestato triennio del liceo, delle allora odiatissime versioni di latino, i casi, le declinazioni, la letteratura, la storia e la filosofia. E rido, guardo i miei figli in modalità 100% vacanza e rido. Fu nel foro di questa città dell’impero romano che Marco Tullio Cicerone, nel 66 a.C, pronunciò l’orazione in difesa del patrizio romano Aulo Cluentio accusato di omicidio. “…ut omnes intellegant nihil me nec subterfugere voluisse reticendo nec obscurare dicendo”. (…balzerà così chiaro all’intelligenza di tutti la mia volontà di non schivare nulla tacendone e di non dissimulare nulla parlandone). E guardo i miei figli che sfilano sotto le luminarie sfavillanti di via Cluenzio in modalità 100% vacanza, e ripeto i versi di Cicerone e rido. Recito sottovoce e rido. Un altro anno scolastico è stato archiviato e io e loro siamo felici.
10.06.2023 Larino (CB) – Acquasanta Terme (AP)
La pioggia ci dà il buongiorno. Quest’anno la bella stagione sembra proprio non voler arrivare. Ma noi non ci lasciamo scoraggiare; in fondo qualcuno prima di noi ha inventato i k-way e gli ombrelli! Ci copriamo a dovere e ci intrufoliamo nel centro storico. Prima che la pioggia si trasformi in acquazzone abbiamo già goduto della splendida cattedrale di San Pardo e della chiesa di San Francesco.
Poi ci tocca rifugiarci in un bar. Ma non sarà certo un po’ di pioggia a fermarci. In fondo questo è l’accogliente Molise: basta ordinare un caffè e, nel giro di dieci minuti e due chiacchiere, ci viene offerto accesso gratuito al museo civico di palazzo Ducale con tanto di guida! Fantastico! Lorenzo è lì per accompagnare in visita un gruppo di turisti appena giunti da Varese e ci invita ad unirci a loro per scoprire l’antica storia e le bellezze di Ladinod custodite nelle sale del palazzo. Così, prima di riprendere la nostra “scalata” verso nord, ci riempiamo gli occhi di stupendi mosaici ed eccezionali reperti archeologici.
All’altezza di Ascoli Piceno, urge una pausa pranzo. Improponibile per noi l’impersonalità di un autogrill a caso, scegliamo quindi di deviare verso l’entroterra. Basta guardare alcune immagini postate online dalle varie local guides di Google e la scelta è presto fatta. Arrivati ad Acquasanta Terme, il paesaggio toglie non solo il fiato, ma anche la fame. Ci viene talmente tanta voglia di bagnarci nelle acque delle sorgenti sulfuree del fiume Tronto che improvvisiamo due tramezzini al volo e diciamo definitivamente addio alla nostra agognata pausa pranzo. In certi casi, approfittare dello spazio azzurro tra due perturbazioni che minacciano temporali, è fondamentale. Indossati i costumi da bagno e le scarpette da scoglio, dopo aver percorso poco meno di 500 metri tra il fitto verde degli alberi, ci siamo: “Lu Vurghe” è un vero e proprio paradiso in terra, fatto di piccole “piscine artificiali” ricavate con sassi e pannelli in legno che raccolgono l’acqua più calda, un’acqua che fa sentire forte e quasi pungente l’odore di zolfo.
È meraviglioso e rilassante immergersi in queste pozze calde e limpide e, una volta asciutti, sentire sulla pelle le benefiche conseguenze date dal contenuto di anidride carbonica, calcio, sodio, alcuni cloruri, ioduri, bromuri o bicarbonati. Insomma: una pausa improvvisata, un pranzo saltato, un breve trekking tra i boschi ed una bella scoperta!
11.10.2023 Offida (AP) – Dozza (BO)
“Io non sono che un oscuro trovatore di cose antiche e la mia voce si perde come il sussurro dell’insetto nello strepito della grande città; ma finché vita e lena mi bastino, non mi resterò dal ripetere: studiate il nostro popolo: studiatelo nel suo tipo etnografico, nel suo idioma, nelle sue costumanze, ne’ pregiudizi, nei canti, nelle tradizioni, nelle favole. I libri non sono tutto; e sarà solo nei tesori nascosti del popolo, di questo grande poeta, di questo grande filosofo, che noi troveremo le tinte vere per dipingere il quadro dei secoli che furono”. (Guglielmo Allevi)
Ci svegliamo con le parole del poeta, del politico e ricercatore e scrittore e archeologo e paleontologo Allevi. La sua casa era qui, in via S. Andrea 224, nell’ex palazzo Tinti. Lui, a metà del secolo scorso, descrisse la sua Offida con versi pieni di colori, di luce e di fantastiche visioni. Seduti al tavolino di un bar a far colazione e ad assaggiare gli speziatissimi funghetti di Offida (dolce tipico al sapore di anice), ci fermiamo volentieri a leggere alcuni versi. “Offida, un grande gruppo di case bianche o rossigne sopra un grande gruppo di rupi bigie; e tra il ciglione delle rupi e le case una fiorente zona di orti fecondati nel tesoro delle acque, che dalle sue balze remote manda a noi l’Appennino”. Stefano, alla reception del teatro Serpente Aureo, in quattro e quattr’otto ci organizza una visita completa del paese, invitandoci a visitare la chiesa di Santa Maria della Rocca e il polo museale di palazzo De Castellotti al cui interno troviamo ben tre musei: quello archeologico, quello delle tradizioni popolari e, dulcis in fundo, quello del merletto a tombolo.
I merletti e le merlettaie al lavoro sugli uscii delle botteghe, ci accompagnano lungo tutto corso Serpente Aureo, ci invitano ad osservarle all’opera e addirittura a provare a ricamare qualche punto. Di chiesa in chiesa, di bottega in bottega, di museo in museo, vaghiamo e godiamo dei morbidi paesaggi coltivati, leggiamo poesie e sgranocchiamo dolci funghetti. “Oltre la città, una ondulazione di colline verdi, ingiardinate di ogni maniera di alberi fruttiferi,al di là delle quali si dilunga la catena delle montagne abruzzesi, sfumata nella luce del sole che tramonta”. (Giovanni Allevi)
Dopo aver passeggiato in lungo e in largo per tutto il centro storico, decidiamo di tornare al teatro per ringraziare Stefano. Lui, come se non volesse proprio farci ripartire, ci consiglia ancora un’altra tappa imperdibile ad Offida e ci spedisce dritti dritti all’enoteca regionale delle Marche dove, tra una degustazione di Sangiovese in purezza e un tagliere di ottimi salumi, scegliamo qualche bottiglia da portare con noi come souvenir di questa tappa marchigiana. Pecorino e Passerina non possono certo mancare all’appello. Salutiamo così Offida e riprendiamo la nostra strada in direzione nord. La prossima tappa la sceglieremo strada facendo, appena ci verrà, impellente, la necessità di una pausa pranzo.
Questa volta, a toglierci l’appetito non è la meraviglia dei boschi tra le montagne, ma il delirio dell’autostrada all’altezza di Forlì: code, incidenti, lavori in corso… basta, usciamo! La strada statale 9 non è da meno: il numero dei chilometri da percorrere risulta nettamente inferiore al numero dei minuti necessari a percorrerli. Così, una volta arrivati a Dozza, poco più in là di Imola, decidiamo di fermarci, invogliati anche dagli articoli on line che la descrivono come un borgo medievale coloratissimo, una serie di tele a cielo aperto, un compendio di spettacolari opere d’arte.
Effettivamente i muri delle case che si affacciano sui vicoli sono ricchi di murales, testimonianza della Biennale del Muro Dipinto che si svolge qui nel settembre di ogni anno dispari. Passeggiare col naso all’insù è rigenerante e appagante. Ma c’è qualcosa che non ci lascia pienamente soddisfatti. Ci sediamo sulle panchine della graziosa piazzetta all’incrocio tra Via de Amicis e Via XX Settembre, sperando di assaporare un po’ della vita vera di questo paese. Nel giro di mezz’ora ci accorgiamo però che, a sfilare per le stradine, ci sono solo turisti o forestieri venuti fin qui per un aperitivo o una cena nei ristoranti che sembrano essere le uniche attività commerciali presenti nel centro. Nessun signore affacciato alle finestre, nessuna vecchina sull’uscio di casa, né bambini a giocare per strada. Nessuno con cui scambiare due chiacchiere: solo cartelli di segnaletica turistica da leggere, o menù dei vari ristoranti da confrontare. Ci manca tanto il caro vecchio Bar Sport di cui andiamo sempre alla ricerca ad ogni nostra sosta per avere l’occasione di immergerci pienamente nella vita del paese di cui siamo di volta in volta ospiti. Ci rintaniamo allora a bordo di Odisseo; questa sera si va al letto presto e ci si riposa a dovere prima della prossima esperienza in autostrada… e che Dio ce la mandi buona!
12.06.2023 Dozza (BO) – Como
La sveglia suona alle 7:00, la spengo e mi volto a dormire sull’altro fianco. La sveglia del mio compagno suona alle 8:00. Spengo anche quella: non ho voglia di affrontare un’altra allucinante esperienza in autostrada. Purtroppo il trauma può essere solo rimandato, non evitato. Alle 10:00 siamo sulla Bologna-Milano: la roulette russa solo per amanti del brivido sprezzanti del pericolo. Quando la spavalderia si trasforma in puro masochismo, tra camion che cambiano corsia senza inserire la freccia e moto che si intrufolano tra un’auto e l’altra a più di 100 chilometri orari, siamo sulla tangenziale ovest di Milano. Un lunedì mattina in tangenziale per raggiungere Como.
● Parcheggio camper gratuito a Larino (CB), senza servizi, in via Circonvallazione 24. ● Parcheggio gratuito ad Acquasanta Terme (AP) nella Frazione di S. Maria, senza servizi. A 400 metri dalle sorgenti sulfuree del fiume Tronto (raggiungibili solo a piedi).
● Area sosta camper gratuita comunale ad Offida (AP) in via Tommaso Castelli 23. Presente un allaccio alla corrente elettrica (un pò scomodo perchè sul lato opposto rispetto agli stalli) e i servizi di C/S.
● Parcheggio gratuito per camper (4 stalli) a Dozza (BO) con servizio di bagni pubblici (0,50€) ed elettricità a pagamento