Un altro articolo di Sele & Humberto di Sentidos Humanos sui loro viaggi in camper in Sud America, è la volta dell’Uruguay
Il paese probabilmente più stabile dell’America Latina ma anche il più costoso. Temuto e amato allo stesso momento, Uruguay ti accoglierà con praticamente quasi gli stessi prezzi europei e forse qualcosina in più.
Esordendo con questa premessa non vogliamo spaventarti, anzi, ti promettiamo, al contrario, che il portafoglio singhiozzante sarà giustamente ricompensato da questa piccola perla incastonata tra due giganti, Argentina e Brasile perché, sebbene non vanti delle incredibili attrazioni turistiche come i due vicini, merita assolutamente di essere visitato e apprezzato. Mettiamo la mano sul fuoco, a conquistarti sarà proprio la semplicità che lo contraddistingue.
Entrare in Uruguay è tirare un sospiro di sollievo dopo un’avventura adrenalinica per le strade argentine dissestate e i panorami mozzafiato, è una brezza di pace e tranquillità dopo aver visitato un paese denso di persone come il Brasile, è la calma di viaggiare in un territorio dalle distanze corte, dalle alture poco pronunciate, dalle coste bianche. Per percorrere la costa Uruguaya da un estremo all’altro bastano 600 km ma, nonostante il tragitto sia corto, si possono comunque notare differenze da punta a punta.
Partendo da Colonia del Sacramento, città coloniale per eccellenza, punto strategico che grazie al collegamento diretto in nave con Buenos Aires gode di un flusso di turisti annuale, con visite più o meno lunghe per parte di porteños (così si chiamano gli abitanti di Buenos Aires capitale) in fuga dalla grande metropoli o turisti europei e americani che, approdando in Argentina, decidono di approfittare della distanza ridotta per fare una breve scappata anche qui.
Ma, se arrivi in Uruguay, ci preme dirlo, non puoi non trovare il tempo di spingerti fino all’ultimo departamento – (le nostre regioni hanno come corrispettivo i dipartimenti in Uruguay, le provincie in Argentina, gli Stati in Brasile e le regioni in Cile) – el Departamento de Rocha – la meta estiva più gettonata. Qui entrerai in un tempo ancora più lento, scandito da dune di sabbia in movimento, da artigiani dallo stile e dallo spirito molto hippy, da paesini dalle strade di terra che, nonostante il crescente sviluppo urbano, mantengono l’identità dei piccoli villaggi di pescatori.
E’ il tempo di lasciarsi andare al relax, al suono dell’oceano, alla musica dei loros durante il giorno (i piccoli pappagallini verdi) e a quella dei tamburi vibranti durante la notte che si preparano, già al principio dell’estate, alle sfilate conclusive del carnevale più lungo del mondo, 41 giorni di sfilate e celebrazione in totale.
La regione di Rocha, se hai la possibilità di visitarla nel mese di aprile, offre numerose attività ed escursioni interessanti per coloro che hanno il piacere di scoprire tradizioni e usi del luogo:
– Cavalcate sulla spiaggia;
– La camaronada, una settimana dedicata alla conoscenza del gamberetto, dalla pesca al processo fino alla preparazione di piatti tipici;
– Giro in barca di notte nel fiume Valizas per partecipare alla pesca del gamberetto;
– Settimana del frutto nativo per conoscere, raccogliere e degustare i frutti nativi del territorio;
– Il cammino verso il regno dei funghi di pino nella Laguna Garzon;
– Trekking astronomico per i boschi della Laguna Garzon;
– Passeggiate guidate al Monte de Ombúes, alberi nativi solitari il cui nome, in guaranì, significa “ombra”. Il più grande al mondo si trova proprio in Uruguay vicino alla Laguna di Castillo, area considerata Riserva della Biosfera dall’Unesco;
– Passeggiate per l’avvistamento di uccelli tipici.
Queste sono solo alcune delle proposte eco turistiche, le altre ti incoraggiamo a scoprirle sul posto.
Marzo e aprile, sono anche mesi ideali per la raccolta del Butià, il piccolo frutto dai toni gialli arancioni delle palme tipiche di questa zona. Ti consigliamo di fare una fermata in uno dei piccoli chioschi che incontrerai ai bordi della strada principale e provare uno o più prodotti a base di Butià, prodotti elaborati localmente che aiuteranno anche l’economia delle persone del posto: liquori, marmellate, miele…
E in questa parte della costa sono d’obbligo le visite a Cabo Polonio e al Balneario della Coronilla.
Il primo, soprannominato solo “Il Cabo” è decisamente famoso e turistico. Il nome nasce dalla nave spagnola Polonio che naufragò su queste rocce nel 1735.
E’ una riserva naturale in cui si concentrano differenti paesaggi (spiaggia, desertica, punte rocciose, piccole paludi, boschi nativi, ambienti oceanici) ed è la zona di Uruguay in cui vive più della metà della popolazione delle foche, insieme a leoni marini e altri mammiferi.
Gli abitanti (tra i quali europei) vivono illuminati dal sole del giorno e dalle stelle della notte e non hanno acqua corrente. Questo luogo, così fuori da tempo, è uno dei destini preferiti da coloro che desiderano staccare la spina, per davvero.
Ancora oggi il balneario rimane accessibile solo in due modi:
– Via spiaggia, con una camminata di 7 km (14 tot.) per le dune di sabbia più famose di Uruguay, partendo dal vicino paesino di Valizas. Opzione più economica per gli amanti delle passeggiate sulla spiaggia all’alba e al tramonto.
A metà del camino, verso l’interno delle dune puoi raggiungere il Cerro de Buena Vista per godere della prima vista panoramica del Cabo dal punto che una volta era il confine tra impero spagnolo e portoghese.
– Via ingresso ufficiale, a cui si accede dalla strada principale, dove è possibile lasciare il proprio mezzo in un parcheggio, e vivere l’esperienza di raggiungere il villaggio su di un camion, l’unico autorizzato ad attraversare le dune e giungere al destino isolato.
La Coronilla è un balneario che si dice abbia “ricevuto il bacio della morte”. Promessa delusa della costa rochense, terminò in disgrazia a causa di un canale di acque dolci che, esteso e modificato, terminò per confluire nell’oceano portando con sé anche una serie di rifiuti e carcasse di animali provenienti da un piano di sanificazione progettato da un ingegnere italiano e successivamente “rovinato” dagli interessi entrati in gioco durante la dittatura militare degli anni ’80.
Oggi il balneario è comunque meta di alcuni turisti e camperisti che pernottano per lunghi periodi su un piccolo promontorio che regala accesso gratuito a docce/acqua e bagni.
Il tutto arricchito da una bellissima vista su 8 km di spiaggia e dalla possibilità di poter visitare o di fare volontariato al centro Karumbè, il primo centro Uruguayo di recupero, cura e salvataggio delle tartarughe marine, che, in Uruguay sono tra gli animali che più di tutti approdano agonizzanti sulla costa, completamente avvolti da reti di pescatori o intossicati da plastico ingerito. Grazie al lavoro di tutti i volontari del centro potrai acquisire le pratiche di comportamento utili a soccorrerle e assistere alla bellissima esperienza di messa in libertà delle tartarughe recuperate.
E se dopo queste esperienze avrai ancora voglia di scoprire questo paese allora, puoi aggiungere alla lista delle visite:
1. la città di Piriapolis con la visita al Castello Pittamiglio e al Cerro de San Antonio
2. Pan di Azucar
3. Villa Serrana
4. Valle del Lunarejo
5. Artigas, con il suo carnevale famoso con la visita ad alcuni stabilimenti di Amatista (si afferma che l’Amatista di Uruguay sia la più preziosa in assoluto)
6. La Laguna Negra il cui nome nasce proprio dal colore delle sue acque
7. Punta Ballena e il museo Casa Pueblo
8. La Mano di Punta dell’Este
9. Parco Santa Teresa
10. Le grotte di Salamanca
Ci sarebbe molto altro da dire di un paese che a noi ha rubato il cuore.
L’Uruguay è un dolce risveglio dopo un brutto incubo, è un promemoria per chi, preso dalla velocità e dal consumismo della società moderna, non si ricorda più come camminare lento, al ritmo della natura, assaporando. E’ un paese a dimensione uomo, ideale per chi ancora crede nella semplicità di un gesto e di un momento, di un ricordo come può essere quello di una classica domenica pomeriggio uruguaya ai bordi di uno specchio d’acqua, aspettando il tramonto in compagnia di un immancabile mate, di qualche chiacchiera e un saporito alfajor, un dolce tipico preparato basicamente con amido di mais e ripieno di dulce de leche. Niente di più, niente di meno.
Ti aspettiamo per visitarlo!
Sele & Humberto – Sentidos Humanos
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