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I vini di Carmignano DOCG

da Redazione
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Furono gli Etruschi a introdurre a Carmignano la coltivazione della vite per il terreno fertile; i Romani proseguirono nello sviluppo delle tecniche agricole e nella diffusione della viticoltura. Risale al 1716 il bando del Granduca Cosimo III de’ Medici che definì le zone di produzione dei vini di qualità in Toscana, includendo Carmignano. Fu uno dei primi esempi di regolamentazione vinicola, una sorta di DOC ante litteram. La famiglia Medici portò dalla Francia vitigni internazionali, come il Cabernet Sauvignon, per arricchire il patrimonio viticolo locale. Cosimo III dettò le regole di vendemmia, la denuncia delle uve, la repressione delle frodi e fissò i confini della zona di produzione e le modalità di commercio. Compito che oggi svolge il Consorzio di tutela dei vini di Carmignano, di cui fanno parte 10 produttori. Nel 1975, il vino di Carmignano ottenne la Denominazione di Origine Controllata (DOC), e nel 1990 la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG), il più alto riconoscimento di qualità dei vini italiani.

Oggi il Carmignano è una delle undici DOCG della Toscana, tra le più piccole in Italia, con circa 200 ettari di vigneto, una produzione che per la provincia di Prato è un patrimonio inestimabile. La DOCG di Carmignano si estende nei comuni di Carmignano e Poggio a Caiano, all’estremità nordorientale della Toscana. La vicinanza all’Appennino Tosco-Emiliano spiega la particolarità del suo clima: l’altitudine non troppo elevata (circa 200 metri sul livello del mare) in estate dà giornate calde, seguite generalmente da notti rinfrescate dai venti che scendono dall’Appennino. Per questo la maturazione è buona, generalmente anticipata di una o due settimane rispetto ad altre zone viticole toscane. Il Montalbano difende il territorio dai temporali e dai venti marini. Il lungo periodo vegetativo, le elevate escursioni termiche, la ventilazione dei pendii, le precipitazioni ben distribuite anche nel periodo estivo, hanno permesso di perfezionare, nel corso dei secoli, una serie di pratiche agronomiche ed enologiche per la produzione di un vino rosso da invecchiamento strutturato e al tempo stesso elegante ed armonico con un bouquet fine ed intenso. I suoli a libero drenaggio, senza intasamenti o stagnazione di acqua nel profilo, sono ben areati, caldi e permettono una buona ripresa vegetativa in primavera.
I vitigni combinano varietà autoctone internazionali. Il principale è il Sangiovese, che dà ai vini struttura, freschezza e aromi di frutti rossi e spezie. Poi ci sono il Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc, introdotti dai Medici, che regalano complessità aromatica, note di frutti neri, spezie e una capacità di invecchiamento. Il Canaiolo Nero aggiunge morbidezza ed eleganza, con delicati profumi floreali; il Merlot morbido ricco di aromi, rende i vini più vellutati e piacevoli. Gli aromi sono intensi e l’acidità è buona, caratteristiche che danno a questi vini grande complessità e struttura. Le tecniche agricole di produzione sono rispettose dell’ambiente e preservano la biodiversità e la salute del suolo. Molto coltivazioni sono biologiche e biodinamiche, e utilizzano preparati naturali, rispettando dei cicli lunari per le operazioni in vigna.

Un buon modo e anche divertente per degustare i vini di Carmignano è di prendere parte alle due feste che si svolgono nel mese di settembre.
La prima è La festa del vino che si svolge il 13 – 14 e 15 settembre 2024 negli spazi della splendida Villa Medicea di Poggio a Caiano. Nata per ricordare l’evento dell’8 dicembre 1565, quando l’Arciduchessa Giovanna d’Asburgo, figlia dell’Imperatore Ferdinando I, fece tappa a Poggio a Caiano prima di recarsi a Firenze per sposare Francesco I de’ Medici. Il popolo la accolse con entusiasmo, in un vero e proprio “assedio” di benvenuto che colpì la nobildonna tanto da ordinare di far scorrere il vino dalla fontana del Mascherone, nel centro del paese. Nel secolo scorso, il vino fu fatto scorrere dalla fontana per celebrare la fine della Seconda Guerra Mondiale, ma è dal 1984 che questa tradizione è diventata la base della festa rinascimentale, con ricostruzioni storiche del banchetto nuziale in Villa, giochi, figuranti spettacoli, visite tematiche e il mercato di arti e mestieri.

Info: www.assedioallavilla.com


La seconda è la la Festa di San Michele, in onore del santo patrono, in programma dal 27 al 29 settembre 2024 a Carmignano. Le origini di questo evento sono legate alle popolazioni longobarde che si stabilirono nella zona intorno al 1100. Dal 1932 per la Festa di San Michele le quattro contrade gareggiano per il Palio storico; protagonisti sono i ciuchi, montati a pelo. Culmine delle celebrazioni sono la sfilata dei carri allegorici dei rioni e il Palio dei Ciuchi che si trasforma in spettacolo teatrale in strada animato dai figuranti.
Info: www.festadisanmichele.it
A cura di Roberto Serassio

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