Il crepitìo del fuoco,
emozioni ancestrali.
L’odore della legna che brucia.
L’aria è densa di fumo e aromi
di antiche leggende
che prendono vita per una sola notte.
Ogni angolo del paesino
cerca di svelare segreti antichi,
ricordi sopiti.
L’atmosfera è surreale,
magica.
I volti illuminati dal rosso delle fiamme
tra le “cocce priatorje”,
silenziosi guardiani in attesa
del ritorno delle anime del Purgatorio.
I falò ardono ovunque e il loro calore ci avvolge in un abbraccio che sa di casa e di storia. Mentre ci avviciniamo ai vari fuochi, sentiamo le voci di chiacchiere e racconti, risa e parole dialettali. Tra una melodia popolare e un canto intonato dalla gente del posto, ci lasciamo contagiare da questa gioia dirompente, ma anche da una sorta di rispetto per una tradizione che sfiora il sacro e l’occulto.
Quando il centro storico è ormai colmo di turisti e curiosi, decidiamo di spostarci verso le periferie, dove la ricorrenza non è ancora stata intaccata dal grande afflusso di gente venuta da fuori.
In via Berlinguer, Tonino e sua moglie sono soli intorno al loro piccolo fuoco. Un tavolino, qualche sedia, una zucca intagliata, una boccia di vino e tanta voglia di chiacchierare: la stessa voglia che abbiamo noi. Ci invitano a sederci con un fare che sa di accoglienza genuina e ci offrono subito una porzione del dolce tipico di questa notte: la “muscitaglia” (il grano dei morti).
Nel cuore della notte, arrostendo caldarroste e ascoltando le parole di Tonino, è come se avessimo intrapreso un viaggio oltre il presente, immersi nei racconti del passato e con un nuovo sguardo verso l’ignoto. Orsara di Puglia, in questa notte di Fucacoste, ci ha offerto un frammento di eternità, un momento in cui ci siamo sentiti parte di qualcosa di più grande, di un’antica comunità che, attraverso il fuoco e il ricordo, rende omaggio ai vivi e ai morti, a ciò che è stato e a ciò che sarà.
Area sosta comunale gratuita – Via A. Gramsci – Orsara di Puglia
GPS 41°16’50.5″N 15°16’11.3″E