Add Your Heading Text Here
Riportiamo e commentiamo qui alcuni dati emersi dall’indagine che L’Osservatorio Statistico di Adrias Online pubblica ogni anno sull’andamento delle vacanze sulla Riviera Adriatica dove abbiamo assistito ad un incremento delle richieste di prenotazione rispetto al 2019, anno pre-pandemia, all’alta ricerca di comfort e comodità; in aumento anche le domande da parte di gruppi di turisti adulti e sempre più forte la volontà di vivere esperienze in loco. Seppur questi dati siano riferiti a turismo più tradizionale, molti aspetti che sono emersi sono interessanti anche per l’utente camper.
La vacanza rappresenta per gli italiani un ritorno alla normalità a cui non vogliono rinunciare. È l’immagine emersa dall’Osservatorio Statistico di Adrias Online, una delle principali agenzie di marketing e comunicazione italiane verticali dedicate al settore turistico, che ha esaminato le richieste di preventivi arrivati da gennaio a settembre 2021, analizzando così la stagione 2021 per la Riviera Adriatica (Emilia Romagna, Marche, Abruzzo). I dati evidenziano, su un numero complessivo di 262 hotel e strutture alberghiere intervistate, + 15% di richieste di prenotazione rispetto all’anno scorso; ma anche un + 5% rispetto al 2019, quando il Covid ancora non c’era.
Confermata l’atmosfera di positività emersa dai dati di Adrias Online anche un’indagine di Federalberghi, alla quale hanno risposto 1.410 persone. Dal questionario emerge che “in questo nuovo inizio, c’è qualcosa a cui gli italiani proprio non vogliono rinunciare, anzi, che vogliono fortemente riprendere ad andare in vacanza”. La vacanza è stata messa primo posto delle priorità avute per l’estate 2021 dal 74,4% degli intervistati.
“Dopo l’estate 2020, fortemente condizionata dalla pandemia, quest’anno notiamo segnali di ripresa importanti: l’incertezza che ha limitato gli spostamenti finora, sta lasciando il posto alla fiducia e al desiderio di tornare spensierati in vacanza” afferma Barbara Canducci, fondatrice e socia titolare di Adrias Online, assieme a Francesco Piersimoni.
Più coppie, più gruppi
La Riviera Adriatica resta la meta estiva preferita di tantissime famiglie (il 33% dei preventivi sono richieste da coppie con almeno un bambino), ma quest’anno più di 1/4 delle richieste sono state effettuate da coppie o da persone senza bambini, con un aumento del 20% dal 2020. Il numero dei gruppi di 4 o più adulti ha subito un incremento, con un +20% dall’anno scorso.
Il soggiorno con durata di una settimana rimane l’opzione preferita dai visitatori, restando intorno al 60% delle richieste. In lieve aumento rispetto agli anni scorsi sono le richieste per soggiorni lunghi, di più di 2 settimane: segno del riconoscimento da parte dei turisti delle sempre maggiori attrattive che la Riviera offre, riuscendo a mantenere interessante anche una vacanza di 15 giorni o più.
Chi sono i turisti in Riviera?
Le donne sono ancora la maggioranza di chi effettua la richiesta, lasciando invariata la percentuale attorno al 58% dei preventivi totali. Dai 25 ai 34 anni è la fascia d’età che si consolida al primo posto, con il 27% delle richieste, mentre è in forte salita la fascia d’età 55-64 anni, con un’impennata del 71% dal 2020 e del 44% dal 2019.
Più della metà delle richieste (51%) proviene da Milano e dalla Lombardia, che si confermano le zone più affezionate alla Riviera. Scendono le richieste dal Veneto, con un calo del 13% dall’anno scorso, ma crescono molto quelle dal Lazio e da Roma (+49% dal 2020). Sale anche il numero di richieste di emiliano-romagnoli, un +30% rispetto al 2020: una riprova che la tendenza del turismo di prossimità, verso paesi e luoghi vicini a casa, è ancora molto forte ed in crescita.
Esperienze personalizzate
Negli ultimi anni sempre più persone hanno scelto di arricchire le vacanze con esperienze e attività da fare in hotel o nel territorio circostante, sia culturali sia sportive; visite e itinerari guidati, scoperta di prodotti locali e degustazioni, ma anche laboratori culinari, artistici e spettacoli.
È emerso un forte interesse per le vacanze che offrono la possibilità di organizzare delle attività, in particolare le più richieste sono gli itinerari presso i centri culturali insieme alle degustazioni e visite alle produzioni locali alta richiesta anche per i soggiorni che offrono la possibilità di fare sport, dal trekking, al giro in bicicletta o in canoa. È indifferente se l’esperienza avviene nei pressi della località dove si alloggia, a testimonianza del desiderio di vivere un’attività che incuriosisce e interessa a prescindere dalla comodità.
Le attività esperienziali, per esempio attività culturali, attività sportive, attività legate al food & beverage, corsi e shopping, costituiscono in gran parte la motivazione che spinge il turista a prenotare una vacanza. Una dimostrazione è data dal fatto che il 26% del budget che i turisti prevedono per la vacanza è destinato a queste attività. Nel caso di soggiorni brevi, ad esempio i semplici weekend, il budget destinato alle esperienze arriva addirittura a un terzo (il 31%). Secondo una statistica dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano , il settore che maggiormente sta crescendo negli ultimi anni è proprio quello del turismo esperienziale nelle località di vacanza.
“Come deve essere allora un’esperienza di viaggio per poter essere considerata soddisfacente dai turisti, oggi? Il primo criterio è che sia autentica e originale: la scelta del luogo in cui dormire, i locali in cui mangiare, la possibilità di assistere a un evento in loco e così via, devono essere autoctoni. L’obiettivo degli imprenditori turistici deve essere ‘costruire’ momenti speciali e autentici, lontani dalla quotidianità e di cui ci si possa ricordare” conclude Francesco Piersimoni, già autore del volume “Turismo 4.0. Innovazione, marketing e CRM per un approccio centrato sull’ospite”.
Il desiderio di interazione tra ospiti e attività territoriali è in aumento e secondo la UNWTO (l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite) il mercato del turismo esperienziale aumenterà del 57% entro il 2030. Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma, dove viaggiare non corrisponderà più solo al concetto di: “dove andrò”, ma in primo luogo sarà strettamente connesso al tema di “che cosa farò e come mi sentirò”. Si fa quindi largo il concetto di “turismo esperienziale”. È ora di rimettere le persone al centro di tutto.