La Rocca Sanvitale di Fontanellato, uno dei castelli più noti e incantevoli d’Italia a pochi chilometri da Parma, si erge al centro del borgo, circondata da ampio fossato colmo d’acqua: racchiude uno dei capolavori del Manierismo italiano, la saletta dipinta dal Parmigianino nel 1524 con il mito di Diana e Atteone. Nella Rocca Sanvitale di Fontanellato è visitabile l’unica Camera Ottica in funzione in Italia all’interno della quale un sistema di specchi riflette l’immagine della piazza antistante su uno schermo. All’interno della storica dimora è ancora intatto l’appartamento nobile dei Sanvitale.
La storia dell‘edificazione della Rocca Sanvitale può essere fatta risalire all’anno 1124 quando venne eretta una prima torre di difesa da parte dei Pallavicino. A tale periodo viene fatta risalire proprio la costruzione del mastio centrale della Rocca, che serve anche come porta di ingresso, oggi attraversato da un ponte di pietra, originariamente attraverso un ponte levatoio. Nel 1386 le terre di Fontanellato con la relativa Rocca, vennero cedute ai Sanvitale. Nel 1404, il feudo venne trasformato in contea: fu in tale periodo che la Rocca di Fontanellato divenne una residenza signorile di notevole importanza. La Rocca appartenne alla famiglia Sanvitale fino al 1948 anno in cui Giovanni Sanvitale la vendette all’amministrazione comunale.
La Rocca Sanvitale ospita eventi d’arte e culturali, in una ambientazione meravigliosa che rende la visita al castello ancora più suggestiva
Da venerdì 29 aprile a sabato 11 giugno in programma la mostra “Memorabilia – Memo Fornasari” propone le opere del maestro. Tra realtà ed astrazione, tra radiografie come ali di farfalla e galassie multiformi. Geometrie e composizioni. Forme futuribili raccontano di una pittura colta, d’avanguardia, attenta allo spazialismo di Fontana, ma anche a Vedova, Turcato, Corpora. La mostra è ospitata nelle sale a piano terra del maniero, proprio a pochi passi dallo straordinario affresco del Parmigianino nella Saletta di Diana e Atteone.
Dopo le personali tenutesi gli scorsi anni da artisti quali Silvia Caimi, Filippo Soddu, Serafino Valla, Dale con l’installazione Rainbow of Peace e Ivana Vio, il Museo Rocca Sanvitale apre le porte a Memo Fornasari, “l’artista delle stelle”.
Sede del circuito Castelli del Ducato l’elegante Rocca di Fontanellato ospita la mostra a lui dedicata, curata da Carlo Micheli, un’antologica allestita all’interno del percorso di visita del Museo Rocca Sanvitale, selezionata da Cooperativa Parmigianino con il supporto della famiglia del pittore – designer, nell’ambito del progetto 2022 di gestione della roccaforte. “Siamo davvero lieti di ospitare la mostra di Memo Fornasari in Rocca Sanvitale dando continuità ad un interessante cammino, già avviato in questi anni, dedicato all’arte contemporanea con esposizioni personali ed antologiche – spiegano il direttore del Museo Rocca Sanvitale Pier Luca Bertè con le referenti in Castello Chiara Mulattieri e Cinzia Comelli – La mostra è un ulteriore arricchimento del percorso di visita classico all’interno del Museo”.
Orari e giorni di visita:
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì e sabato visite alle ore 10.15-11.45-14.45-16.15
domenica e festivi biglietteria aperta con orario 10.00-12.15 e 14.00-16.15 con visite guidate ogni 30 minuti circa.
Chiuso il martedì (aperta su prenotazione per gruppi di almeno 20 persone).
La mostra in Rocca Sanvitale sarà visitabile nel rispetto delle normative anti Covid.
Costo ingressi comprensivi di visita alla mostra:
Biglietto intero: € 10,00
Biglietto ridotto (da anni 6 a anni 16): € 5,00
Ridotto: 9,00 Euro ridotto Passaporto Card del Ducato
Gratuito bambini sotto i 6 anni, disabili e residenti (massimo 2 pax per turno).
Informazioni: rocca@fontanellato.org
Chi è Memo Fornasari
Memo Fornasari (Mantova 2 dicembre 1910 – Verona 11 ottobre 1982) esteta e stilista della forma, è anche noto come il designer degli “Oggetti Forma” in peltro che, unitamente alle composizioni strutturali in metallo, gli sono valsi 18 premi internazionali.
https://www.memofornasari.it/
Così introduce la mostra il curatore Carlo Micheli: “Domenico Fornasari è pittore vero che paga, in egual misura, il proprio eclettismo artistico e una critica inadeguata. Una
duttilità, la sua, distraente che lo porta ora sulla strada del cinema, ora nel mondo della progettazione; una critica che innanzi al suo fare brancola tra narcisistici sproloqui e inutili definizioni delle sue galassie, incapace di proporre un accostamento che ne faccia emergere le affinità con i grandi del suo tempo. Eppure quelle sue forme futuribili dicono di una pittura colta, d’avanguardia, attenta allo spazialismo di Fontana, ma anche a Vedova, Turcato, Corpora. Questa mostra intende indurre ad una riflessione sui valori artistici di Fornasari, non tanto per rivendicare primati o anticipazioni, bensì per affermare come l’artista mantovano fosse li, tra i grandi, nel momento giusto, in quegli anni ’50 e ’60 in cui fiorirono i più grandi nomi dell’Arte Contemporanea. Nel 1973 dalle pagine del “Resto del Carlino” Marino Mercuri poneva un problema fondamentale: “Fornasari – bisogna dire – non è stato scoperto: le sue stagioni artistiche non sono agevolmente afferrabili per una giusta, più attendibile interpretazione. (…) Uscì dalla legione di seguaci del Futurismo con svolte incredibili che non furono segnalate dalla critica. E ancora “Ma come va visto il Fornasari rispetto a pittori come Adami, Pozzati, Pistoletto, Schifano?”. Dopo alcuni mesi, nel segnalare l’incontro tra Guidi e Fornasari avvenuto alla mostra che quest’ultimo tenne a Recanati, lo stesso Mercuri afferma che le poche righe scritte da Guidi (“Tanti avvenimenti artistici del secolo l’ha messi lei, nella sua opera, dominandoli con maestria”) sono da considerarsi la critica più approfondita che Fornasari potesse allora vantare.
Delle innumerevoli mostre personali tenute in tutto il mondo, non rimangono che
scarni dépliant, superficiali e raffazzonati. Urge dunque un riesame approfondito dell’opera di questo artista inquieto e geniale, una rilettura che gli renda finalmente merito, collocandolo tra i protagonisti della sua epoca. Questo è quanto si è cercato di fare con la mostra ospitata negli spazi della Rocca Sanvitale di Fontanellato, grazie alla collaborazione dei nipoti Tiziano, Vanni, Roberta e Lorella”.