Il piccolo borgo di Brindisi Montagna sorge a circa 800 mt nella parte centro-settentrionale della provincia di Potenza, al confine della provincia di Matera.
L’abitato si stende da sud a nord, lungo il crinale di una montagna rocciosa, arrivando fino agli 850 mt di altitudine dove sorge la torretta del Castello.
Le origini del paesino sono antichissime, testimonianze di insediamenti nel territorio comunale risalgono già al III millennio a.C. L’etimologia del toponimo rimanda al messapico, lingua italica analoga alla lingua degli antichi abitatori della Lucania gli Enotri, con il significato di testa di Cervo. Durante le epoche successive, di Brindisi Montagna si perdono le tracce (non era riportato nei registri delle tasse degli Aragonesi del Regno di Napoli), ridotto a pochissime unità abitative tassabili, probabilmente a causa del devastante terremoto che colpì l’Italia Centro-Meridionale nel 1456, anche se studi recenti mettono in dubbio questa storia.
A metà del 500 la comunità fu rifondata dall’arrivo di una colonia di greco- albanesi provenienti da Corone, alle pendici del Castello, ove trovarono ruderi di preesistenti chiese probabilmente di origine greco-bizantina. La sua storia è legata, sino al 1807, alle vicende del Feudo di Brindisi e successivamente agli avvenimenti meridionali del periodo napoleonico, dell’Unità d’Italia e dell’Italia post-unitaria. Una storia minore, tipica delle piccole collettività di Basilicata, di pestilenze, terremoti e carestie, di duro lavoro e lotta per la sopravvivenza, di soprusi e rivolte, di superstizione e religiosità, di emigrazione (alcuni di loro divenuti famosi come Anthony Robert Canadeo giocatore di football americano statunitense, inserito nella Pro Football Hall of Fame nel 1974 ) e contributi di vite negli eventi bellici ma anche di sussulti di libertà ed emancipazione e di alterne fasi di crescita demografica e sviluppo economico, civile e culturale all’interno di processi storici più generali.
Simbolo di Brindisi Montagna è il castello, certamente l’edificio più antico, coevo al periodo dell’insediamento normanno nell’Italia meridionale, che all’origine costituiva, oltre che struttura militare, anche un presidio del territorio per funzioni civili, sociali ed economico-produttive. Successivamente divenne dimora dei feudatari succedutisi nella proprietà tra i quali i Sanseverino, i D’Erario, gli Antinori, i Battaglia ed infine i Fittipaldi che lo donarono al Comune all’inizio del 1900.
La Grancia di San Demetrio ha sempre fatto parte dell’ex feudo di Brundusii de Montanea fin dalla signoria di Guidone de la Foresta. Passato sotto il dominio dei Sanseverino nel 1449, fu donato ai Padri Basiliani nel 1462. Era una vecchia Badia dedicata a Santa Maria dell’Acqua Calda, forse perché in un tempo remoto vi era una sorgente di acqua termale al cui sbocco le mamme, fino al 1950, si recavano per il bucato “ammorbidente”. Nel 1700, i padri certosini estesero i loro possedimenti a tutto il feudo di Pietra Morella. Abbellirono e ampliarono il fabbricato, che ancor oggi è sito ai piedi del Monte Romito, con opere di allevamento e di coltivazione di orti, seminativi, vigneti; costruirono mulini, una conceria, una saponeria, un caseificio. Per effetto delle disposizioni napoleoniche del 1806, l’ordine dei Certosini fu soppresso e la Grancia fu incorporata allo Stato. I monaci tornarono alla Grancia con il rientro dei Borboni, fino a che furono nuovamente espulsi nel 1848. Nel 1925 gli allora proprietari, i baroni Blasi di Pignola vendettero i possedimenti al Demanio.
Da oltre 20 anni, il territorio della Grancia è sede del primo Parco Storico Rurale e Ambientale di Basilicata. Il parco è dedicato al brigantaggio lucano post-unitario, spesso liquidato come episodio criminale, in realtà ribellione all’oppressione subita attraverso la mobilitazione delle masse, dei poveri e degli ultimi. Il Parco si articola in sei aree attrezzate per rappresentazioni artistiche e d’animazione dove è possibile conoscere la cultura e l’immaginario delle popolazioni rurali lucane: teatro, gastronomia, artigianato, musica, che consentono un tuffo a 360° nelle tradizioni della Regione.
A Brindisi Montagna vanno in scena ogni anno, durante l’ultimo weekend di ottobre, come quello recentemente concluso con il “ponte” di Ognissanti, le Giornate Medioevali (organizzate dalla Pro Loco del comune) che rappresentano per il borgo un affascinante e consolidato appuntamento con la storia. Ogni anno, dal 1999, data della prima edizione, è possibile fare un tuffo nel passato, immersi in una magica atmosfera fatta di cavalieri, nobildonne, giullari,
menestrelli, artigiani, falconieri, sbandieratori, combattenti, arcieri e tanto ancora, nella quale si ripropongono suoni e sapori di un tempo: una finestra sulla storia del Feudo di Brindisi Montagna, a partire dall’investitura, in epoca angioina, di Guidone de Foresta a “Primus Dominus Brundusii de Montanea et Ansiae” (1268).
Una motivazione in più per visitare questo antico borgo lucano che nell’occasione, accoglie festosamente i camperisti mettendo a disposizione spazi per la sosta ampliati oltre all’area già esistente nei pressi dello stadio.
info www.prolocobrindisimontagna.eu
Credit foto: Comune di Brindisi Montagna, Michele Luongo, Francesco Zaccaro e Donatella Sergi del Gruppo Camperisti Salentini che ringraziamo per la collaborazione