Vanta solo 1.200 abitanti ma detiene un record: il ponte Tibetano più lungo al mondo. A Castelsaraceno, antico borgo dell’entroterra lucano, un’opera ingegneristica imponente e insolita ha dato notorietà negli ultimi tempi: inaugurato il 31 luglio del 2021 e chiamato anche “il ponte tra i due parchi”, con i suoi 586 metri di lunghezza e sospeso a 80 metri di altezza, il ponte pedonale “tibetano” più lungo al mondo è oggi una realtà. Collega il Parco Nazionale del Pollino e quello dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese.
Situato a 916 mt nella parte sud-occidentale della provincia di Potenza, Castelsaraceno vede l’altimetria del suo territorio che va da un minimo di 702 m (Acqua di San Giovanni) ad un massimo di 1900 m (cima del monte Alpi).
L’antico centro abitato è abbarbicato su uno sperone roccioso detto “La Tempa”, un’appendice del poggio Castelveglio (1152 m). La sua posizione rivela, con molte probabilità, l’esistenza di uno stanziamento saraceno; difatti si trova tra la gola del torrente Racanello, dominata a nord dalla scoscesa balza del Monticello, ed il suo confluente di destra, torrente Uaddone. Le abitazioni, strette l’una all’altra, sono appoggiate sulla roccia digradante. I segni della struttura urbana medievale sono evidenti solo nelle vie ripide e tortuose, nei vicoli ciechi, nei cosiddetti “supporti”, nell’antico rudere chiamato Il Campanaro e nella toponomastica Vocca a porta, che lascia supporre l’esistenza di una porta d’ingresso alla fortezza.
Circondato da boschi freschissimi e dai pluricentenari pini Loricati, nel mezzo dello spartiacque dei parchi nazionali del Pollino a Sud e dell’appennino Lucano Val D’Agri a Nord-Ovest (vicinissimo al massiccio del Monte Sirino, una delle vette più alte del Sud Italia), è la meta ideale per vacanze a ritmo lento, lontano dall’afa e dalla calura. Castelsaraceno si trova a metà strada dalla costa Tirrenica e dal mare di Maratea a Ovest e l’affascinante Matera, con i suoi millenari “Sassi”, e le coste sabbiose del mare Jonio a Est.
Luogo per chi ama il turismo rurale, il vivere genuino, l’enogastronomia dell’Italia del Sud, lo sport e le attività all’aria aperta, i paesaggi immersi nella natura, la flora e la fauna, in zone ancora incontaminate non solo da traffico e inquinamento ma anche da stress e affollamento.
Borgo millenario, il primo insediamento fu edificato nel 1031 dai Saraceni presso l’antica Planula come vedetta, Castelsaraceno fu distrutto tredici anni dopo da un terremoto. Dopo essere stato abbandonato dai Normanni, passò sotto il dominio dei Mango di San Chirico, che lo donarono nel 1086 agli Abati dell’Abbazia di San Michele Arcangelo. Nel XV secolo passò ai Carafa, subendo angherie e soprusi. In seguito fu dominio dei Sanseverino. Seguì le sorti di numerosi feudi finendo ai baroni Picinni Leopardi, signori del luogo.
Sconosciuto ai più, dallo scorso anno Castelsaraceno è diventato famoso per “il ponte tra i due parchi”, come viene chiamato l’ardito ponte tibetano, il ponte pedonale più lungo al mondo che collega il Parco Nazionale del Pollino e quello dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese. Un’attrazione turistica emozionante, maestosa, un’esperienza autentica, da percorrere a passo lento, per vivere a fondo il proprio stato d’animo estremo. Un sistema di controllo degli accessi automatizzato regola la “viabilità” sul ponte, sconsigliato ai deboli di cuore e a chi soffre di vertigini: per tutti gli altri è d’obbligo un selfie memorabile, sospesi nel vuoto ma in piena sicurezza.
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