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Il Cammino delle Terre della Dieta Mediterranea

da Redazione
40 letture MuSea

Perché chiamare questo percorso che si sviluppa nel Cilento con questo nome suggestivo? Semplice, perché il ricercatore Ancel Key ha scoperto che a Pollica (SA) si trova il segreto dell’autentica Dieta mediterranea.
Niente di meglio quindi, vista la bellezza della zona, che creare un itinerario slow che porti, in nove tappe, gli appassionati di trekking da Velia, città stato della Magna Grecia a Paestum, l’antica Poseidonia.
Il trekking si snoda attraverso il territorio cilentano, abbracciando costa e collina in un viaggio che unisce cultura, storia, natura e creatività gastronomica di cui i seguenti prodotti tipici rappresentano un fiore all’occhiello per il Cilento.
Fusillo di Felitto: Una pasta all’uovo artigianale, fatta con semola di grano duro e olio extra vergine di oliva. Ha la forma di un maccherone forato ed è lavorata manualmente con un ferretto d’acciaio. Il suo colore varia dal giallo chiaro al giallo intenso.

Alici di Menaica

Alici di Menaica: Pescate con un’antica tecnica a Marina di Pisciotta, queste alici si distinguono per la carne chiara e il profumo delicato. Perfette sia crude che cotte, fresche o conservate sotto sale o marinate.
Oliva Salella Ammaccata: Olive polpose, raccolte prima della maturazione, ammaccate con una pietra di mare una ad una, snocciolate e immerse in acqua per 5 giorni. Successivamente vengono messe in salamoia e condite con olio extravergine, aglio, origano o timo, chiuse in barattolo e pronte per essere gustate.

Olive ammaccate

Fico Monnato di Prignano Cilento: Fichi Bianchi del Cilento D.O.P., della varietà “Dottato”. A Prignano Cilento vengono sbucciati a mano e poi essiccati, mantenendo un gusto dolce e raffinato.
Fagiolo di Controne: Fagioli bianchi coltivati sui fertili terreni di Controne, che si spingono fino alle pendici dei Monti Alburni. Celebri per non spaccarsi durante la cottura, sono perfetti per zuppe e piatti tradizionali.
Fagiolo di Casalbuono: In questo piccolo paese del Vallo di Diano si coltivano ben sette varietà di fagioli, con due rampicanti riconosciute da Slow Food: la sant’antere e la panzariedda.
Maracuoccio di Lentiscosa: Un legume selvatico dalle origini antichissime, simile a un pisello ma di colore verde scuro-marroncino, tipico della zona di Lentiscosa, vicino Camerota.
Ceci di Cicerale: Piccoli e rotondi, questi ceci sono più dorati di quelli comuni e hanno un sapore particolarmente intenso, grazie ai terreni ricchi di sali minerali dove vengono coltivati.
Salsiccia e Soppressata del Vallo di Diano: Frutto di una tradizione norcina secolare, queste carni stagionate beneficiano del clima di alta collina, esaltando i sapori autentici e genuini.
Soppressata di Gioi: Prodotto – probabilmente – fin dal XI secolo, è l’unico salame lardellato della Campania, ricavato solo con la coscia del suino e maturato per 40-45 giorni in ambiente naturale.

Carciofo Bianco di Pertosa: Coltivato nelle terre attraversate dal fiume Tanagro, dai 300 ai 700 metri di altezza, questo carciofo chiaro resiste anche alle basse temperature, ed è particolarmente dolce, perfetto anche crudo in pinzimonio.

cacioricotta

Cacioricotta del Cilento: Un formaggio che combina le tecniche di cacio e ricotta. Può essere consumato fresco o stagionato, sviluppando un gusto scaglioso e leggermente piccante.

Dopo aver stuzzicato, ci auguriamo, la golosità dei lettori, vediamo di interessare il loro lato culturale, descrivendo il percorso e le tappe.
Tappa 1: Stato di Elea, la città del pensiero e delle acque
Ascea – Casalvelino, 15.05 Km.
Si cammina tra rovine greco-romane e medievali sulle orme dei filosofi Parmenide e Zenone, fondatori della Scuola Eleatica che diede origine al pensiero occidentale. Il cammino inizia nel Parco Archeologico di Elea-Veila. Da qui si prosegue lungo gli argini del fiume Alento fino alla foce.
Tappa 2: Approdi di San Primo, terre fertili di Venere e dogane di mare.
Casalvelino – Pollica, 16,79 km.
Tra terrazzamenti collinari con ulivi, fichi e viti e muretti a secco (Patrimonio Unesco) si arriva al blu cristallino del mare che bagna alcune delle più belle spiagge italiane, in un territorio riconosciuto come patria della Dieta Mediterranea.


Tappa 3: Terra di mezzo, l’oro bianco della valle dei molini e delle calcare
Pollica – San Mauro Cilento – Serramezzana, 16,4 km.
Dalla costa risaliamo sui borghi collinari attraverso la valle dell’oro, che unisce ruderi di mulini ad acqua e luoghi di estrazione del calcare, testimoni silenziosi di antiche e fiorenti attività.
Tappa 4: Colli del corvo, le colline del sole tra libbani e pini d’Aleppo.
Serramezzana – Montecorice, 16,39 km
Colli costieri argillosi e pareti rocciose dove trovano rifugio poiane e falchi pellegrini. Il bosco dei pini d’Aleppo accompagna i viandanti fino alla spiaggia, dove un tempo i pescatori sbrogliavano i libbani, le antiche corde vegetali.
Tappa 5: Marine di Leucosia, le rocce dell’ultimo canto della sirena
Castellabate, 15,16km
È una delle più belle e selvagge coste del Cilento, casa di Enotri, Greci e Lucani e perfino roccaforte dei pirati saraceni. È l’ambientazione di storie e leggende di mare.
Tappa 6: Coste dei Trezeni, le tre insenature verdi sacre a Poseidone
Castellabate – Agropoli, 15 km
Porta del Parco Nazionale, oasi naturalistica, patrimonio UNESCO. Dalle insenature naturali e dalle antiche torri difensive a picco sul mare è facile scorgere le praterie di Posidonia Oceanica, pianta acquatica mediterranea fondamentale per l’ecosistema.
Tappa 7: Valli del sughero, le vie degli alberi rugosi
Agropoli – Ogliastro Cilento, 15,06 km
È la “terra che nutre i ceci”, che qui acquisiscono un gusto speciale, ma anche il luogo perfetto per le querce del sughero, regine della macchia mediterranea coltivate fin dai tempi dei Fenici.
Tappa 8: Piana dei giunchi, la terra bagnata dall’acqua dei giunchi
Cicerale – Giungano – Trentinara, 17,21 km
Un angolo incontaminato lungo l’antica via di collegamento tra Paestum, l’Alto Cilento e la Lucania, con grotte, gole e passi storicamente usati dai mercanti e lavoratori dei giunchi, con cui si preparavano cesti. Tra boschi di lecci, le sponde del fiume Solofrone e l’architettura dei borghi medievali. Su questi monti si dice che Spartaco sia stato sconfitto nella sua ultima battaglia.

Paestum

Tappa 9: Colonia di Poseidonia, la città di Era Argiva e Poseidone
Capaccio – Paestum, 14,52 km
Una passeggiata tra colonne doriche, templi e architetture antiche conduce a Paestum, l’antica città della Magna Grecia dedicata a Poseidone. Il Parco Archeologico racconta questa storia.

a cura di Roberto Serassio

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