In inverno, pur se i camper moderni hanno raggiunto livelli di coibentazione e confort interno eccellenti anche nelle peggiori condizioni meteo, sono in tanti a “parcheggiarlo” – al rimessaggio o nel giardino di casa – in attesa della primavera. Non a tutti infatti, piace il turismo invernale che, soprattutto se non si va magari a sciare, costringe a lunghi soggiorni nella cellula anche durante il giorno perché le condizioni del tempo non favoriscono la visita delle località.
Coprire il camper nella brutta stagione può dunque essere una buona idea per preservarlo dalla furia degli agenti atmosferici durante la lunga sosta inattiva, anche se c’è da sottolineare che i danni peggiori può farli più il sole che la pioggia: per capirci meglio, è soprattutto il solleone estivo che secca le guarnizioni di tenuta e in genere tutte le parti più esposte come oblò, giunture tra tetto e pareti, cornici di tenuta delle finestre o dei portelloni ecc. (ma anche l’inquinamento può fare i suoi bei danni) da cui potrebbero verificarsi piccole crepe e la pioggia troverebbe facile accesso per dannosissime infiltrazioni. Ricordiamoci quindi, ogni tot anni (periodo che varia molto a seconda di dove e come è stato esposto il camper, di buona norma comunque almeno ogni 5 anni) di far verificare da un tecnico esperto la tenuta ed eventualmente provvedere ad una nuova sigillatura, fatta però da chi di competenza e non da soli con il silicone comprato al ferramenta: un’operazione sicuramente un po’ costosa, ma che ci eviterà costosissime riparazioni successive in caso di infiltrazioni.
Ma torniamo alla copertura del camper. Sulle auto gli agenti metereologici stressano precocemente la carrozzeria, con la carrozzeria che perde man mano la brillantezza del colore, facendola invecchiare anzitempo: allo stesso modo il nostro amato camper va riparato dall’inclemenza di sole, pioggia, grandine, neve e ghiaccio. Certo, il colore bianco di base dei camper maschera più facilmente i segni del tempo rispetto alle carrozzerie metallizzate scure e metallizzate delle automobili, ma risente maggiormente dell’ingiallimento dato dal sole e delle antiestetiche colature nere dovute alla pioggia che lava via lo sporco accumulato sul tetto (che non vediamo, ma è sempre la parte più sporca, anche perché la più difficle da lavare regolarmente). Come proteggere quindi il nostro costoso veicolo per allungarne la vita utile sottraendolo almeno in parte all’azione usurante del meteo?
La soluzione definitiva al problema sarebbe quella di comprare o affittare un box privato a misura dei nostri grandi veicoli, cosa che purtroppo è molto raramente disponibile in casa, sul mercato o a portata del nostro portafogli, specie nelle grandi città (ma stanno nascendo rimessaggi specializzati con tanto di garage di grandi dimensioni dotati di servizi completi).
Una seconda opzione, più accessibile ma comunque costosa, è quella di parcheggiare il camper presso un rimessaggio dotato di posti coperti, che però ha generalmente un prezzo doppio al classico parcheggio all’aperto; sommando la spesa di anni di tale opzione, la cifra può diventare davvero importante, anche più onerosa di una manutenzione completa di riverniciatura a metà della vita del camper, quindi da valutare bene. Un’ottima alternativa, fatti due conti e ovviamente avendo lo spazio disponibile, è quella di acquistare o costruire una copertura fissa dove fermare il veicolo quando non in uso. Soluzione interessante, relativamente poco costosa e ottimo investimento: dura una vita e anche per i camper che cambieremo, risparmiando sui costi annuali del rimessaggio si ripaga da sola. Presenta solo due grandi limiti: lo spazio e i permessi, non sempre di facile soluzione entrambi (nel caso dei permessi comunali può diventare un vero ginepraio burocratico, ma di questo parleremo più approfonditamente in un prossimo articolo).
Il telo: semplice ma efficace
E’ la soluzione più pratica ed economica per proteggere il camper quando non è in uso per lunghi periodi. Si tratta di teli di struttura complessa e dimensioni davvero enormi, non proprio maneggevoli. Sono generalmente di due tipi: integrali (coprono completamente il camper fino alle ruote), o più raramente parziali, per coprire le parti più esposte, ossia il tetto e la parte in alto delle pareti dove sono principalmente le giunture sigillate. Si tratta di teli costruiti con tessuti a più strati per proteggere il camper dagli agenti atmosferici, preservandoli dalla dannosa azione di pioggia, neve, sole, inquinamento atmosferico. Una soluzione estremamente pratica, con grandi vantaggi: facilità d’uso, costo relativamente contenuto (intorno ai 300/350 euro circa), possibilità di riporli in comode sacche relativamente poco ingombranti quando non servono. Peraltro hanno alcuni svantaggi non del tutto trascurabili: innanzitutto l’uso non è veloce come si potrebbe pensare, quasi sempre è necessaria la presenza di due persone al momento di posizionarli sul camper visto il peso e l’ingombro, oltre alla difficoltà di stenderli sul tetto, a causa le notevoli dimensioni (esistono anche modelli dotati di guide per posizionarli anche da soli). Un altro limite tecnico nasce proprio dalla impermeabilità (esclusi quindi modelli estivi con la sola funzione antisole): sul tetto, in caso di pioggia molto intensa, si può creare un accumulo d’acqua se sono presenti dei mancorrenti laterali che ne rendono i bordi più alti. In caso, bisogna ovviare al problema inserendo magari uno spessore al centro del tetto (ad esempio con dei fogli di polistirolo) che crei una pendenza verso l’esterno.
I teli sono di vario tipo: purtroppo quelli completamente in pvc, anche se felpati internamente (quindi al tatto non sembrano plastici), tendono a raccogliere la dannosa condensa sotto che, a lungo andare, può far danni, oltre ad intrappolare lo sporco dell’aria che resta lì sotto. Meglio quindi scegliere quelli misti, impermeabili sul tetto e di tessuto traspirante sui lati del camper sopra le pareti, in modo che ci sia comunque una certa traspirabilità e i residui di condensa siano ridotti al minimo.
Possibilmente poi, ma ovviamente sono più costosi, sarebbe opportuno preferire quelli con le zip laterali, per poter accedere comodamente all’interno camper quando necessario senza doverli spostare completamente (anche perché nel camper anche durante la lunga sosta è bene che venga cambiata l’aria e data un’occhiata agli impianti).
I teli vengono ancorati attraverso occhielli rinforzati su appositi fazzoletti di tessuto doppiato, che è bene siano molto robusti visto che si tratta delle zone dove, specie in caso di forte vento, le sollecitazioni saranno maggiori.
I tiranti, che devono essere altrettanto robusti, devono avere preferibilmente una parte elastica che li tenga sempre in tensione, da sostituire però periodicamente in quanto l’azione del sole e delle temperature troppo fredde o troppo calde screpolano precocemente queste parti.
La maggioranza dei teli per camper sono prodotti in due/tre misure data la varietà di dimensioni dei veicoli. Normalmente si adattano piuttosto bene, ma è abbastanza inevitabile che ci sia un pò di “gioco” del tessuto dovuto all’inevitabile margine di ampiezza, visto che il telo sarà sempre un po’ più grande del mezzo pena l’impossibilità di calzarlo. Alcune delle aziende specializzate del settore propongono anche modelli personalizzati su misura, anche con scelta del tessuto: una sorta di vestito “cucito” sul camper che minimizza gli scuotimenti dovuti al vento che, nel lungo periodo, possono creare lacerazioni sul tessuto specie uniti all’azione di freddo e sole.
I principali produttori/distributori di teli per camper
www.covercar.com/it
www.eclissis.it
www.fiamma.com
www.ideatermica.it
www.lampa.it
www.larcos.it