“Il contadino molisano è ordinariamente taciturno; non dice che l’indispensabile; abitante di una terra difficile, aspra, scoscesa, rotta, a pendii rocciosi, a sassaie aride, ha nelle vene l’asprezza della lotta per vivere.” (Francesco Jovine)
Serena Fiorentino ci racconta della genesi del viaggio in Molise che ha intrapreso in questo weekend e di cui vi racconteremo
Poi una mattina ti svegli, guardi il calendario e ti rendi conto che la stagione estiva sta per finire e che fra poco meno di venti giorni i bambini torneranno fra i banchi di scuola. Sto ancora lavorando sodo fra un via vai di turisti che si fermano a soggiornare a casa da me. Il concertone finale della Notte della Taranta ha salutato solo da poche ore questo caldo agosto salentino che volge irrimediabilmente al termine, ma i paesi sono ancora pieni di gente che parla dialetti lontani e diversi. La voglia di fuggire via da questo immenso villaggio vacanze è tanta. Dopo aver accolto un così grande numero di villeggianti in costume da bagno e ciabattine, abbiamo voglia di viaggiare anche noi. Nel terrazzino di casa all’ombra dei grandi pini, mappa stradale dell’Italia alla mano, vago col dito indice alla ricerca di percorsi inesplorati. Calcolo ipotetici tempi di percorrenza, costi per il carburante e possibili soste per trascorrere indimenticabili notti sotto le stelle. Fantastico per diverse ore prima di accedere ai portali sui quali ho pubblicizzato le camere della mia casa in affitto e chiudere tutte le date dal 4 al 14 di settembre. Dieci giorni tutti per noi! Che la sommaria pianificazione delle prossime mete abbia inizio!
Fra le innumerevoli guide Lonely Planet nella mia libreria, noto che oltre alla Basilicata, anche un’altra regione italiana non ha ancora una guida tutta per sé ma viaggia irrimediabilmente accompagnata. Nel volume ormai consunto “Italia in Camper” del TCI che giace immobile da ormai due mesi sul mio comodino, solo una regione occupa uno spazio minore di 10 pagine sulle 289 totali. Che abbia trovato la meta? Nessuna autostrada che la attraversi interamente, scarsa densità abitativa, poche strutture ricettive. Che io abbia trovato la mia regione preferita? Non ci resta che partire per scoprirlo.
Lancio la proposta al resto della ciurma durante un aperitivo vista mare. La pace di un agosto ormai agli sgoccioli, l’arietta fresca che spazza via la pesantezza dell’afa estiva, le onde che si inseguono fino a riva, i gabbiani… momento perfetto per una proposta “indecente”. Niente quotatissima Sardegna; Costiera Amalfitana, Cinque Terre, Riviera Romagnola… neanche a parlarne. Quest’anno si va in Molise!
Davanti ad un marito pietrificato alla notizia e al piccolo Enea ottenne che continua noncurante a giocare con la sabbia, l’undicenne Asia, dalle conoscenze geografiche ormai arrugginite dopo quasi tre mesi di vacanze scolastiche, si nasconde alla nostra vista, si arma di smartphone e cerca di nascosto da noi il Molise su Google. Corro a tranquillizzarla: non è certo il massimo non sapere dove si trovi il Molise ad undici anni, ma non è neanche da condannare tout court. In fondo, se la Lonely Planet lo accompagna all’Abruzzo e il Touring Club gli dedica meno di 10 pagine su quasi 300, anche la prof di geografia lo avrà sicuramente un po’ trascurato!
Il dado è tratto! Fra poco meno di una settimana contiamo di partire per questa terra di vie di transumanza e castelli medievali, alla ricerca dei suoi zampognari, dei suoi pastori e dei suoi contadini ordinariamente taciturni.
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A cinque giorni dalla partenza abbiamo già stilato un itinerario di massima: Sepino, Castelpetroso (Santa Maria del Molise, Cascate del Carpinone), Agnone e Pietrabbondante, Pietracupa, Oratino e Ferrazzano, Gambatesa
Ora si passa alla ricerca e alla richiesta di consigli e “must do”. Cerchiamo paesi da scoprire, abitanti da conoscere, spartane taverne in cui bere e mangiare come se fossimo a casa, feste, sagre, riti, eventi. Cerchiamo molisani pronti a raccontarci la vita dei luoghi in cui abitano, contadini, artigiani…
Cerchiamo coordinate di soste libere dove sentirci realmente liberi. Non siamo campeggiatori, ci basta un parcheggio sicuro, un bel panorama e magari un po ‘ d’acqua e uno scarico.