Partiti dal Salento preda di un caldo ancora asfissiante, Odisseo e la sua ciurma si dirigono verso il Molise: scopriremo insieme a Serena Fiorentino che la regione esiste, eccome!
4 settembre – Mola di Bari (BA) – Gambatesa (CB)
Eravamo partiti in cerca di refrigerio. Chiedevamo montagna, prati verdi, ruscelli e piccoli paesini arroccati. Dopo poco meno di due ore di viaggio, siamo già parcheggiati su una spiaggia. L’acqua del mare è così calda che sembra quasi un brodo. Il vento di scirocco toglie il respiro. Il cielo è coperto.
Qui è tutto un vociare in dialetto barese. Urla e canti provengono dai numerosi gazebo piazzati sulla sabbia. C’è chi gioca a carte, che infilza pezzi di maiale e peperoni in lunghi spiedini metallici, chi beve una birra e chi prepara la brace. I bambini sono tutti in acqua. Gli adulti li sorvegliano con occhiate distratte.
Domenica. Ora di pranzo. Mola di Bari. Ex macello comunale. La città in lontananza. Di turisti neanche l’ombra.
(Parcheggio su sterrato a Mola di Bari in strada comunale San Giovanni c/o ex macello comunale)
Il cartello stradale indica la fine della Puglia e l’inizio del Molise. Lo superiamo a 50 chilometri all’ora. Siamo in Molise: il Molise esiste! La statale 17 che si inerpica fino a Gambatesa è una striscia sconnessa piena di curve ed avvallamenti. Probabilmente in molti pensano che questa regione non esista semplicemente perchè si saranno arresi a queste strade difficilmente praticabili. Gli ultimi 10 chilometri a passo d’uomo ci ripagano di tutta la strada percorsa a bordo di Odisseo. Il paese è addossato al castello di Capua, su una collina circondata da uliveti che affaccia sul lago di Occhito.
L’aria è fresca e sa di pulito. L’orizzonte è lontano e nitidissimo. Il calore delle persone qui si tocca con mano e scambiare due sorridenti parole è quanto di più facile si possa fare lungo ogni viuzza del centro, dove le signore passeggiano e i bambini giocano a pallone. Passiamo accanto al Tomolo di Gambatesa (Unità di misura di capacità per aridi anticamente usata nell’Italia meridionale). 1 tomolo, 28 are. 1 sacco, 3 tomoli. 1 tomolo, 3 mezzetti. 1 mezzetto, 2 quarte. 1 quarta, 4 misure…
Ci viene fame. Con la luna che si alza nel cielo, le stelle iniziano a brillare. Chiediamo consiglio al simpatico barista dell’Ideal bar su qualche trattoria dove poter gustare una cena tipica. Ci spedisce senza esitazione al ristorante Stanlio Ollio e Peperoncino. Nel giro di due ore torneremo a ringraziarlo di vero cuore. I cavatelli con crema di piselli, coniglio e grana, le cicorie e la tagliata erano superlativi. Ora si che ne abbiamo la conferma e, su questo argomento, non si torna più a dubitare né a discutere. Il MoliseEsisteEdE’Stupendo!
“Qui tutto è vivido, sonoro, ardente. Alberi e cose non parlano un linguaggio intellegibile, ma hanno voce. La terra narra la difficile gestazione delle sue vite e gli uomini la sentono vibrare sotto i piedi come una creatura viva.” (Francesco Jovine)
Area sosta camper comunale videosorvegliata a Gambatesa -comune amico del turismo itinerante- con servizi di carico (potabile) e scarico, elettricità, wi-fi, tavoli da pic-nic e bagni pubblici in via del lavatoio. Prima notte 8€, notti successive 3€
5 settembre – Pietracupa (CB) – Pietrabbondante (IS)
Alla partenza avevamo accuratamente evitato di dirigerci subito verso Sepino sapendo che il sito archeologico lunedì sarebbe rimasto chiuso. Solo oggi a Gambatesa ci accorgiamo però che anche il castello di questo paese è chiuso il lunedì… e oggi è proprio lunedì!
Ecco che arriva il secondo cambio di un programma che ormai programma non è. Senza starci troppo a pensare, raggiungiamo Pietracupa. Il sindaco del paese, qualche settimana fa, aveva pubblicato sui social un post rivolto ai camperisti col quale li invitava a raggiungerlo per apprezzare le bellezze del borgo incastonato nella roccia. Solo una volta giunti a destinazione ci fermiamo a ragionare sul fatto che anche qui oggi è lunedì di chiusure e, come se non bastasse, il paese conta appena 200 anime e un solo bar… ovviamente chiuso! Il paese è uno splendore ricco di scorci affascinanti ed incantevoli decorazioni in legno e stoffa. Raggiungiamo la rupe per visitare la chiesa di Sant’Antonio Abate ricavata all’interno di una grotta e il Museo della rupe con la mostra permanete di strumenti di tortura.
Ad accoglierci troviamo un cartello che recita così: “a seguito della caduta di un masso dalla roccia, che fortunatamente non ha arrecato alcun danno a persone o cose, la chiesa madre, la grotta (detta anche chiesa rupestre) e il museo della rupe non sono attualmente visitabili per effetto di un’ordinanza sindacale emanata a seguito di sopralluogo della protezione civile. Ci scusiamo per il disagio. Il sindaco” Ci guardiamo in faccia. Sono le 5 del pomeriggio. Pensare di trascorrere qui tutta la serata con due bambini a vagare nelle uniche due o tre strade del borgo ci pare follia. Rimontiamo a bordo di Odisseo e “cambiamo pietra”: da Pietracupa a Pietrabbondante sono circa 40 chilometri di strada statale che poi diventa provinciale, poi comunale, poi ancora strada senza nome, fino ad assomigliare sempre più ad un tratturo.
Anche a Pietrabbondante troviamo ad accoglierci un cartello del sindaco, ma questo recita poesia: “Gentili ospiti, benvenuti nel Nostro Paese… Un angolo di mondo “tra cielo e terra” … tra testimonianze uniche di un popolo glorioso, immerse in uno scrigno di straordinarie bellezze paesaggistiche. Vi auguriamo un buon soggiorno nella Nostra Terra, dove siamo sicuri potrete compiacervi dell’ospitalità della Nostra Gente ed usufruire dei servizi e delle strutture che sono presenti. E se, alla fine del vostro soggiorno qui, tornando alle vostre case, vi prenderà un pò di nostalgia dei giorni trascorsi in questa Terra, allora fate in modo di ritornare… saremo ben lieti di ospitarvi ancora. In questa Terra, ognuno che viene lascia un pò del proprio cuore, perché nel mondo ci sono luoghi unici, che si trovano lì dove ognuno sogna di vivere… tra cielo e terra. Pietrabbondante vi saluta.”
Decidiamo che le premesse sono delle migliori, nonostante sia lunedì. In paese ci confondiamo fra i turisti scesi da un pullman e giunti qui grazie ad un gemellaggio fra comuni. Li seguiamo per un breve tratto e poi proseguiamo fin sulla cima della rupe che accoglie le rovine del castello. Per visitare tutto il resto, aspetteremo domani.
“In Molise sento che dolcemente mi ritorna nel sangue il senso profondo del luogo, che la memoria si riapparenta egualmente ad odori, suoni, rumori.” (Francesco Jovine)
(Parcheggio senza servizi a Pietracupa su Corso Garibaldi angolo via Trento. Area sosta camper comunale gratuita a Pietrabbondante con servizi di carico, scarico ed energia elettrica in via Roma 78)