La “Nott de Bisò” a Faenza chiude idealmente il ciclo cominciato in estate con il Palio e incomincia quello del nuovo anno. La Vigilia dell’Epifania è infatti dedicata alla Nott de Bisò, manifestazione conclusiva del Niballo Palio di Faenza, che ogni anno richiama in città migliaia di partecipanti. Allo scoccare della mezzanotte del 5 gennaio il Niballo, grande fantoccio raffigurante Annibale – rappresentato come un guerriero saraceno che simboleggia le avversità – viene bruciato in un enorme falò nel centro dei corsi di Faenza. Il fantoccio è vestito con i colori del rione che ha vinto il Palio di giugno e viene portato nella piazza del Popolo, seguendo l’antica tradizione, su un carro trainato da buoi. Il Rione vincitore del Palio dell’estate ha il diritto di bruciarlo: la festa infatti culmina nel momento in cui il rappresentante del Rione, vestito con tradizionale costume cinquecentesco, dà fuoco al Niballo.
L’attesa di questo momento è la vera festa, i partecipanti bevono il bisò (caratteristico vin brulè di Faenza preparato in grandi paioli) negli eleganti gotti, le ciotole di ceramica faentina. Il gotto realizzato per la Nott de Bisò è uno degli elementi fondamentali della manifestazione: ogni anno è diverso, valorizzato con il simbolo dei cinque Rioni e quello della città. L’arte e la tradizione, racchiusi in un servizio di sei pezzi decorati con gli stemmi dei cinque Rioni più quello comunale e un capiente boccale, rappresentano il bel ricordo della magnifica notte.
Il nome “bisò” deriva dalla frase dialettale bì sò! (“bevete, su!”) che nella fredda serata invernale riscalda tutti i partecipanti nell’attesa del rogo, a mezzanotte, del Niballo. Ogni Rione custodisce la propria segretissima ricetta del bisò che viene tramandata di generazione in generazione: gli ingredienti principali che non possono mai mancare includono comunque buon vino rosso (Sangiovese), zucchero, chiodi di garofano, scorza di limone e cannella. Acquistando un singolo gotto è possibile andare in ognuno dei cinque stand rionali e farselo riempire per una volta di bisò, in modo così da poterli assaggiare tutti e coglierne le varie sfumature. Inoltre, nello stand che porta lo stesso stemma del proprio gotto, sarà possibile riempirlo di bisò quante volte si vuole.
La decorazione dei gotti è diversa ogni anno e si può rifare a stili e suggestioni di varie epoche artistiche differenti: una tradizione che ha fatto sì che dal 1964 ad oggi i gotti siano diventati dei veri e propri oggetti di culto e collezionismo.
La festa inizia già in mattinata con l’apertura di ricchi stand gastronomici gestiti dai cinque Rioni di Faenza in piazza del Popolo, ognuno con il proprio padiglione gastronomico, personalizzato dai colori e dallo stemma caratteristici dove è possibile gustare cibi tipici romagnoli e altre prelibatezze, accompagnati da musica, balli e allegria. La piazza si riempie di profumi e odori di carne alla brace, polenta e piadina, e non mancano specialità particolari che è possibile scoprire solo visitando ogni singolo stand rionale come capelletti, arrosticini e zeppole.
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