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Odisseo, test di Natale

da Serena Fiorentino
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Ad un mese esatto dal Natale, Odisseo è già addobbato di palline argentate ed illuminato di lucine sfavillanti. Il morale è alto e l’armadio è pieno di maglioncini caldi e colorati. Sembra tutto pronto per la partenza. Il weekend è alle porte. Se solo le previsioni meteo fossero clementi! Vorremmo tanto tornare in Basilicata, magari a Tursi inseguendo i versi di Albino Pierro, o a Miglionico a visitare in notturna il castello del Malconsiglio per rivivere la congiura dei baroni fra fantasmi e intrighi di palazzo. Peccato che l’intera zona sembri destinata a soccombere alla presenza del grosso nuvolone carico di pioggia e foriero di temporali. Sovrappongo speranzosa la mappa di Google a quella dell’Aeronautica militare che riporta tutte le perturbazioni. Nessuna speranza di sole da Napoli in giù, se non nel capo di Leuca! E allora andiamo a Santa Maria di Leuca! Propongo l’idea ai bambini che subito storcono il naso: già visitata, troppo vicina a casa, eccessivamente deserta in bassa stagione… ed è già venerdì e sono le 2 del pomeriggio. Montiamo a bordo di Odisseo, ci guardiamo l’un l’altro in faccia con aria fra lo sconsolato e l’interrogativo privo di risposte… A Locorotondo hanno già acceso le luminarie ed il presepe è visitabile e, se piove, ci bagniamo! Una curva dietro l’altra, in compagnia delle palline argentate appese nel camper che ballonzolano e si scontrano tintinnando le une contro le altre e delle ghirlande natalizie che svolazzano qui e là in balia del vento freddo che entra dal finestrino un po’ aperto, noi intoniamo un canto che propizi il sereno: la speranza è l’ultima a morire!

A Locorotondo splende un freddo sole che illumina le prime nuvole affacciate all’orizzonte. Come condannati alla pioggia imminente, cominciamo a prendere a piene mani tutto ciò che questo splendido paese adagiato sulla rotondità di un colle ha da offrire. La meraviglia e lo stupore ci assalgono dietro ogni casetta rettangolare con il tipico tetto a spiovente e ad ogni incrocio fra le viuzze imbiancate a calce del centro storico medievale. I melograni, le viti e i piccoli olivi che adornano il centro sono tutti addobbati a festa; fra un balcone e l’altro volano fili di perline, festoni rossi e ghirlande di stelle di Natale. In piazza Aldo Moro c’è il presepe ed è magnifico in tutto il suo eccesso di piccoli pupi e grotte e casette. Le nuvole si avvicinano, il sole è ormai calato, il freddo si fa pungente. Nonostante ciò, i sorrisi sono ormai come stampati sulle nostre facce: la magia del Natale si è già impossessata di noi.

Il piccolo Enea si sveglia al mattino con il chiodo fisso della letterina da scrivere a Babbo Natale. Ieri sera aveva adocchiato, in un angolino del centro storico, una cassetta della posta tutta rossa e lucente. Non aspetta neanche di vestirsi e di fare colazione; prende una penna e inizia a buttar giù una lunga lista di giochi che desidererebbe ricevere. Esce dal camper tutto soddisfatto col foglio ben piegato e custodito nella tasca del k-way. Le “cummerse” (abitazioni tipiche dal tetto spiovente della Valle d’Itria, ndr) ci danno il buongiorno. Queste casette “col vertice” sono davvero fantastiche e danno al visitatore l’impressione di muoversi in un disegno bambino, di quelli con gli spioventi a punta e le piccole finestrelle quadrate, con i colori uniformi e gli spazi piatti, mai profondi. Imbucata la letterina, passeggiamo sul lungomare in attesa della pioggia. Ovviamente Asia si volge a me con tono interrogativo: “Ma che lungomare e lungomare? Ma Locorotondo non è in collina?” Effettivamente ha ragione, ma qui, la strada panoramica che circonda il centro storico e si affaccia sulla Valle d’Itria disseminata di trulli e vigneti viene chiamata così.

Quando arrivano le prime gocce fredde di pioggia, prima di inzupparci, decidiamo di muoverci. Magari basterà spostarsi solo di qualche chilometro per restare asciutti! Andiamo ad Alberobello; lasciamo le “cummerse” per trovare i trulli; ci armiamo di ombrelli… non si sa mai.
Alberobello a novembre è godibilissima. Pochi turisti, niente caos. Solo tetti a punta sulle costruzioni in pietra a secco, solo anelli di conci posizionati su piani orizzontali progressivamente aggettanti e chiusi in chiave da un grosso masso, solo la magia dell’equilibrio di queste pietre scure che contrastano col bianco della calce che ricopre i muri.

A sera decidiamo di tornare a Locorotondo: un paese abitato da persone meno inclini al turismo di passaggio mordi e fuggi come fonte di sostentamento, più autentico e più natalizio. La pioggia non ci scoraggia e, quando le gocce si fanno pesanti ed eccessivamente bagnate, ci rifugiamo volentieri in una macelleria-braceria. Da “140 gradi” troviamo ospitalità ancor prima dell’orario di apertura, ci sediamo a tavola che il cuoco e le cameriere non sono ancora arrivati; solo così riusciamo a non inzupparci e a stare un po’ al calduccio. Al resto delle esigenze dell’allegra famigliola in vacanza, ci penseranno, poco dopo, le bombette, la salsiccia a punta di coltello, li ” gnummareddi” (piccoli involtini di frattaglie, fegato e budello di agnello), un litro di Negroamaro e la cordialità di Doranna che serve al nostro tavolo.


Quando le vacanze si chiudono attorno ad un tavolo colmo di cibo, sono sempre vacanze perfette!

(Ampio parcheggio gratuito giorno e notte a Locorotondo in viale Olimpia nei pressi del campo sportivo comunale. Parcheggio gratuito su strisce bianche ad Alberobello in via Nicolò Piccinni)

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