Sappiamo bene che un allestimento fai da te sia tecnicamente fattibile in garage, nel tempo libero. Basta ingegnarsi, trovare un furgone che non costi molto e circa legni, stoffe e schiumati per cuscini, da market bricolage a negozi cinesi la scelta è vastissima. Per i piccoli piccoli componenti tecnici (chiusure, guarnizioni, plafoniere …) aiuta il web.
Per certi componenti vitali – riscaldamento ed elettricita – però non aiuta né il web né il buon “ cuggino”.
Certo, non è difficile trovare stufe recuperate da roulottes anni ’80, frigoriferi anche trivalenti in decente stato e piani cottura usati. Con un efficace piglio dialettico si ottengono perfino in regalo.
Tuttavia occorre ricordare che realizzare impianti in fai da te non è solo abilità o costo tecnico bensì anche una chiara assunzione di irresponsabilità.
Parola pesante, la “responsabilità”. Essa ha un valore per molti solo in senso “riflessivo”. Io sono responsabile per me, e questo mi basti. Ma è proprio così?
Nel 98% dei camper, fin dal gli albori del camperismo sono in uso una o due bombole di gas liquefatto, quello che si acquista in bombole di ferro, mediamente da 10 kg. Quel gas è compresso quindi ce lo portiamo dietro come un proiettile, molto più pericoloso del metano che usiamo a casa.
Il butano/propano in bombole è allo stato liquido. Ma nella stufa, nel boiler, nel frigorifero e nei fornelli del camper quel gas brucia però solo se portato alla giusta pressione: ovvero, si gioca di regolatori di pressione, tubi rigidi, raccordi, bruciatori e scarichi che siano almeno eseguiti secondo le norme tecniche di sicurezza.
La nostra caldaia a gas di casa – non a caso – è soggetta a controlli periodici che devono essere fatti da termotecnici preparati e qualificati, che rilasciano una certificazione, firmata. Un idraulico generico – non termotecnico – non può firmare un controllo fumi gas. E se la caldaia esplode in un condominio …
Un camper in campeggio è molto più “sensibile“ di un condominio. Nei veicoli ricreazionali non ci sono solai, muri portanti o portoni blindati che separano i nostri microlocali su ruote. E quel simpatico e certamente abile “ hobbista allestitore” è responsabile, per sé, per chi viaggia insieme e – soprattutto – per chi sosta o passa accanto a quel “ microlocale” costruito in fai da te.