La Riviera Romagnola non è solo mare, divertimento e movida serale: è anche natura e sport. Turisti e appassionati hanno la possibilità di scoprire infatti suggestivi itinerari in bicicletta in cerca di luoghi poco conosciuti, lontano dalla folla delle serate riminesi o dalle città più visitate.
il sito dedicato al turismo esperienziale nella Riviera Adriatica Rivieradibellezza.it, realizzato da Adrias Online, propone percorsi turistici in bici; giornalisti, fotoreporter e video maker hanno preso la propria bicicletta e sono partiti alla scoperta degli itinerari più affascinanti, dai quali godere di scorci inediti della riviera Romagna, dall’Emilia alle Marche e fino all’Abruzzo. Sul sito, i principali da seguire in Riviera sono indicati completi di tutti i dettagli informativi interessanti, tra cui il grado di difficoltà del percorso, la bici consigliata e le coordinate GPS. Sono presenti anche consigli e alcune curiosità di informazione turistica. Qui seguiamo un tour nei dintorni di Rimini, lungo la valle del fiume Marecchia.
Rimini è una città ricca di storia, con un antico passato romano, ancora oggi molto evidente, specie nel centro cittadino. Ariminum è il nome che le diedero i Romani, derivante dal fiume Marecchia “Ariminus”; il toponimo significa infatti “la città sul Marecchia”. Partendo dalla sua storia, è possibile seguire il fiume Marecchia per scoprire l’entroterra, un territorio ricco di affascinanti borghi e decine di roccaforti dei Malatesta che dall’alto d’imponenti speroni rocciosi, dal Medioevo a oggi, continuano a sorvegliare il corso dell’omonimo fiume.
Da Rimini,il percorso in bici arriva fino a San Leo, attraverso un tratto interno di 58,5 Km, con un dislivello di 730 metri. La strada presenta una difficoltà media che è possibile percorrere anche con una citybike. La parte più dura è la salita verso San Leo, 6 km con un dislivello di 350 m, con picchi del 20% di pendenza. In questo tratto, le biciclette consigliate sono gravel, mtb o e-mtb, che possono meglio gestire lo sforzo e affrontare i percorsi più impervi sia in salita che in discesa.
Il percorso inizia presso il Ponte di Tiberio, attraversa il Parco XXV Aprile, si inoltra lungo la pista ciclabile che costeggia il fiume Marecchia e arriva fino a Novafeltria. Il ponte di Tiberio, noto come il “ponte di Augusto e Tiberio” è un ponte romano di Rimini, che compare nello stemma della città ed è il primo tratto della via Emilia. È situato a nord del centro storico principale e congiunge le due zone storiche di Rimini. Dal 1885 è monumento nazionale.
Santarcangelo, il borgo dei granai e della comunità di artisti
A pochi chilometri incontriamo Santarcangelo, un piccolo borgo medioevale che sorge su una vera e propria città sotterranea, un mondo nascosto e misterioso fatto di cunicoli, pozzi, gallerie e imponenti sale circolari: 150 grotte situate nella parte orientale del colle Giove. Molte sono diventate cantine per la conservazione del vino, mentre cinque si suppone siano le più antiche, ideate forse come luoghi di culto.
Passeggiando per le viuzze della cittadella medievale, l’attenzione viene catturata dai numerosi granai scavati nell’arenaria e nell’argilla del colle. Nel Medioevo creare queste fosse era l’unico modo per proteggere i cereali dai numerosi assedi che flagellavano il borgo. I granai sono ben 300, segnalati sui ciottoli lungo i vicoli del borgo e situati all’interno delle corti dei palazzi.
A Santarcangelo è possibile scoprire un luogo magico vicino al fiume Marecchia, il Parco Artistico Mutonia, dove una comunità di artisti inglesi, il gruppo Mutoid, ha dato vita ad un borgo di opere d’arte. La loro storia nasce negli anni ’90, quando vennero chiamati per partecipare al Festival dei Teatri e si stabilirono nei pressi di una vecchia cava abbandonata sul fiume Marecchia. La Mutoid Waste Company nasce a Londra nel 1986 e, dal 1991, ha “sede” a Santarcangelo di Romagna. Il loro lavoro consiste nell’utilizzo di componenti tratti da rifiuti inorganici come ferro, plastica, gomma, alluminio e rame, che vengono assemblati per la creazione di sculture molto particolari.
Tra Verucchio e Perticara, luoghi di storia, cultura e radici
Procedendo nella vallata del Marecchia, su una collina è possibile scorgere l’antico e suggestivo borgo di Verucchio che domina la valle dalla sua terrazza panoramica. I reperti più antichi ritrovati sul luogo, risalenti a un periodo compreso tra il X e il VII secolo a.C., mostrano la presenza di un primo insediamento che affonda le sue origini nella civiltà etrusca. Il centro abitato, così com’è conosciuto oggi, fu costruito nel periodo romanico come fortezza contro le invasioni barbariche. Nel 1100, l’intera area visse un periodo buio. Fu l’avvento dei Malatesta a riportare ai fasti la Romagna e con essa anche Verucchio.
A Villa Verucchio, frazione del borgo, è possibile ammirare la settecentesca Tenuta Amalia, un tempo appartenuta a Carolina di Brunswick, moglie di Giorgio IV e nel 1925 acquistata da Alessandra Drudi, in arte Gea Della Garisenda famosa cantante di “Tripoli bel suol d’amore” e moglie del Senatore Teresio Borsalino, noto in tutto il mondo per i suoi cappelli. Oggi la tenuta Amalia è un’oasi dì storia e relax strutturata per godere appieno la natura e la sua tranquillità, ma anche per cimentarsi nei più svariati sport, tra cui golf, equitazione, escursionismo, cicloturismo e tanto altro ancora.
Riprendendo l’itinerario verso San Leo, il Marecchia scorre tra due argini alti che creano quasi delle falesie, a picco sul fiume, alte qualche metro. Proseguendo, passiamo per Ponte Santa Maria Maddalena, dove il fiume Marecchia regala tratti rocciosi e vasche profonde dove poter fare il bagno.
Nell’alta Valmarecchia, c’è la frazione Perticara di Novafeltria, antico centro minerario, dove ha sede “Sulphur”, museo storico che documenta l’attività protratta nei secoli per l’estrazione dello zolfo e raccoglie testimonianze archeologiche che vanno dall’età del bronzo, alle civiltà umbra, etrusca e romana.
Pedalando tra fortezze di alchimisti e luoghi sacri
Seppur la salita per arrivare alla Fortezza di San Leo è la più faticosa del percorso, il panorama vale la difficoltà: qui c’è una delle più belle fortezze d’Italia.
La roccaforte inespugnabile ospita e raccoglie diverse mostre legate alla sua grande e importante storia: dalla collezione di armi risalenti al 1500 fino alla Prima e Seconda guerra mondiale; dagli strumenti di tortura alla replica dell’affresco del Vasari che rappresenta la presa di San Leo da parte della famiglia dei Medici fino a esposizioni di opere contemporanee. La Fortezza di San Leo è legata soprattutto alla vita del famoso mago e alchimista Giuseppe Balsamo, Conte di Cagliostro, “ospite” misterioso ed enigmatico delle sue prigioni. Infatti il luogo più celebre e visitato della fortezza è il cosiddetto “pozzetto”, la cella che si trova in una delle tre torrette quadrate del mastio e dove per quattro anni fu recluso Cagliostro, condannato per eresia dalla Santa Inquisizione e morto proprio a San Leo nel 1795.
Prima del rientro verso Rimini, una delle cose da vedere negli immediati dintorni di San Leo è il Convento di Sant’Igne, del XIII secolo, che ricorda il passaggio di San Francesco nella valle. Piccolo, si sviluppa attorno ad un chiostro di modeste dimensioni, dominato dal campanile a vela della chiesa che lo affianca. Questa, consacrata nel 1244, ha un’unica navata con un breve transetto, nella cui parte destra è conservato un segmento di tronco di olmo sotto al quale si dice che San Francesco abbia predicato. Il luogo in cui sorge è appartato e bellissimo, tra quinte di verde e prati leggermente ondulati.
Punto di partenza: Rimini, Piazza sull’Acqua
Tipologia di percorso: medio facile su strada ciclabile, strada bianca e pianeggiante
Bici consigliata: Gravel, mtb o e-mtb