Il fatto di disporre, da qualche tempo, di un mezzo piccolo e veloce come un “camp-er puro” ha reso piacevole questo viaggio che prevedeva di raggiungere la Nuova Aquitania (dal 2106, dopo che una riforma territoriale ha accorpato le regioni di Aq-uitania, Limosino e Poitou-Charentes, è la terza regione più vasta di Francia con più di 250 km di costa…) e in particolare le isole del Re e di Oleron, per poi scendere in Cantabria, Austurias ed eventualmente Galizia e nord Portogallo…
Se avete letto il report su Tarifa (https://www.girareliberi.it/2021/11/03/tarifa-la-meta-estate-inverno/) ricorderete che l’autore di questo report e il team di Wind News (http://www.windnewsmag.it), il magazine di windsurf italiano più diffuso, si muove sempre alla ricerca di località ricche di vento e onde per praticare i vari sport d’acqua preferiti, probabilmente però questi aspetti interessano poco i lettori di “Girare Liberi” e quindi li salteremo per la gran parte.
Per non dilungarci troppo visto che vi proporremo a breve un altro report riguardante il nord del Portogallo e in particolare sulla località di Viana de Castelo, questo articolo si “limiterà” alla vacanza dalle isole del Re e di Oleron fino alla Cantabria.
All’ inizio di un agosto molto caldo siamo partiti con due camper, da Savona e da Bologna, destinazione La Rochelle, città costiera affacciata sul Golfo di Biscaglia, da cui parte il comodo ponte di 3 km che collega il continente a Île de Ré. Due tappe per percorrere i circa 1100 km di strada con sosta notturna a Leucate (l’ultima in cui abbiamo patito il caldo da cui scappavamo…), prima del balzo verso l’Atlantico.
Nel pomeriggio del giorno dopo siamo arrivati al ponte per Île de Ré (a pagamento: 16 euro con il camper) un po’ allarmati dai messaggi dell’amico Ovidio, già sull’isola dal giorno precedente con l’altro mezzo… «ma dove mi hai “portato”?! Impossibile muoversi con il camper senza rischiare di ammazzare uno dei miliardi di ciclisti che girano sull’isola, i campeggi sono “murati” di gente e c’è persino un sacco di difficoltà di accesso al mare…».
In effetti l’isola di Ré che è una famosa località turistica francese, molto “in” e luogo di vacanza preferito di molti vip… non è un posto da campeggio “selvaggio”, anzi è un posto decisamente caruccio, e non solo dal punto di vista paesaggistico.
L’isola è praticamente tutta ciclabile, una vera figata se non fosse che ad agosto, l’affollamento di ciclo/turisti, costringe a guidare a passo d’uomo. Lo stile di vita isolano è affascinate e suggestivo, ma non è la meta migliore dove spingersi ad agosto con un “ingombrante” camper a meno di non avere appresso lo scooter o le biciclette che rendono la vacanza “stanziale”, d’obbligo con il camper a Isola del Re, molto più piacevole permettendo di fare i turisti, andando a visitare, soprattutto con la moto, visto le distanze, le varie località.
Isola del Re non ci ha deluso, tra una giornata alla spiaggia di Bois che si trova sulla punta più a sud dell’isola, una gita al faro delle Balene (Phare des Baleines) da cui si gode una vista splendida dell’isola e una cena a base di pesce, scegliendo tra i chioschetti più alla mano alla periferia del paese o i ristoranti più ricercati nel centro di uno dei paesini più antichi e caratteristici dell’isola, la Flotte-en-Ré.
Tenuto conto del super affollamento agostano, dopo pochi giorni di piacevole permanenza, ci siamo spostati nell’isola di Oleron, la più grande isola della costa atlantica francese. Non prima però di aver fatto una visita al quartiere storico di La Rochelle, a nord del porto antico che con le tre torri (Saint-Nicolas, Catena e Lanterna) è un po’ il cuore della città.
Per chi è appassionato, come il sottoscritto, di “cose” dell’ultima guerra mondiale, non fatevi mancare una visita al famoso bunker di La Rochelle e alla base degli U-Boot di La Pallice nel quartiere a ovest sempre di La Rochelle, all’interno della quale sono state anche girate diverse scene di film come U-Boot 96 e I predatori dell’arca perduta.
Bunker che si possono saltare tranquillamente a pie’ pari, ma una visita al relativamente vicino Oradour-sur-Glane (200 km da La Rochelle, nei pressi di Limoges), villaggio martire della bestialità delle SS della 2ª divisione corazzata Das Reich… forse vale la pena farlo. Il 10 giugno 1944, le SS trucidarono e bruciarono 642 abitanti del paese, per rappresaglia per l’attività dei partigiani. Vicino al luogo del mas-sacro è stato edificato il nuovo paese, ma a fianco c’è un museo memoriale all’aperto: il borgo di Oradour-sur-Glane è stato lasciato esattamente come lo avevano ridotto i tedeschi, a perenne ricordo delle vittime innocenti. “Ricorda” e “silenzio” sono le due parole che accolgono il visitatori… e girare per le vie e le case, annerite dagli incendi appiccati per far sparire ogni prova, del paese fantasma è veramente impressionante… solo sei persone si salvarono da quel massacro e solo il 10% dei corpi è stato riconosciuto alla fine della guerra.
Ritorniamo a cose un po’ più serene… l’isola di Oleron, raggiungibile da Rochefort, con un ponte stradale di circa 3 km (gratuito giusto per darci il benvenuto) è separa-ta dalla vicina l’ile di Ré, da uno stretto chiamato Porto d’Antioco.
Più grande, più selvaggia e meno “zeppa” di turisti rispetto a ile de Rè è pure più “gestibile” anche con il camper. L’abbiamo girata e scoperta, con grande soddisfazione…l’isola Oléron è famosa infatti, oltre che per le splendide spiagge di sabbia o di rocce a picco sul mare, anche per una moltitudine di piccoli villaggi e otto comuni un po’ più grandi che offrono una grande varietà di posti da scoprire… in auto, a piedi, in bicicletta o, come nel nostro caso, in scooter. Non mancate una gita alle spiaggie di Les Huttes e La Perroche posti sulla costa nord/ovest dell’isola. Qui ci sono centri nautici attrezzati per provare qualunque sport acquatico vi venga in mente dalla canoa al nuovo sport… wing foil!
Dopo qualche giorno, abbiamo deciso abbandonare, un po’ a malincuore, l’isola per raggiungere il terzo step della nostra vacanza: San Vicente de la Barquera. Da La Rochelle per arrivare a San Vicente de la Barquera ci sono circa 400 km e bi-sogna attraversare la regione francese dell’Aquitania e quella spagnola dei Paesi Baschi, per “approdare” in Cantabria. Scelta meditata: questa regione spagnola è molto più vivibile con i camper rispetto alle località più “celebri”, surfisticamente parlando, della Aquitania… Biarritz, Hossegor e compagnia bella, sono ormai diventati affollatissimi, carissimi e quasi impraticabili ad agosto con i camper.
San Vicente è stata una bella “scoperta”… a parte che per noi c’è onda praticamente sempre e lo spiaggione vicino al camping (El Rosal posizionato in maniera strate-gica vicinissimo alla spiaggia), è così grande che difficilmente si hanno problemi di affollamento in spiaggia e grazie alla temperatura dell’acqua relativamente calda anche le ragazze hanno potuto fare il bagno in costume o provare a fare surf da onda… una scelta interessante per chi vuole avvicinarsi, senza pericoli, al surf da onda visto anche le tantissime scuole presenti in loco.
A San Vicente la vita in Campeggio, seppure pienissimo ad Agosto, è piacevole e il paese attiguo è molto, molto carino con una vita serale molto attiva e costi per cenare fuori, cosa che interessa di più a noi vecchietti, tutto sommato contenuti… bel posto dove abbiamo passato delle giornate incantevoli!
Intorno al 25 agosto, ci siamo lentamente messi sulla strada di casa, attardandoci quattro/cinque giorni in zona per scoprire nuovi posti dove si poteva fare un po’ di sano surf da onda… playa de Verdicio a nord di Gijon, playa de Poniente e de San Lorenzo spot “urbani” sempre a Gijon, playa de Somo ad est di Santander per con-cludere la vacanza “atlantica” con la famosissima playa de Laida a Mundaka, a nord/est di Bilbao.
Di tutte le località visitate sulla via del ritorno, Playa de Verdicio è quello che ci ha regalato più emozioni perchè offre un paesaggio semplicemente incredibile: sembra di essere in Irlanda, ma invece si è ancora nelle tiepide Asturie.
Gli ultimi 5/10 km sono tremendi, visto che la spiaggia prescelta è raggiungibile attraverso una tortuosa stradina, stretta e piene di buche… ma quando arrivate finalmente sul prato, in cima alle scogliere, con la splendida vista sull’oceano e sulla spiaggia da surf…. vi si aprirà il cuore!
Si può stazionare con il camper direttamente sull’erba, si paga due euro a notte e una volta raggiunta la posizione “fronte mare”… già soltanto il tramonto della prima sera con il sole che sparisce in mare con il contorno dei vari baretti che offrono musica di sottofondo, birra e cibo a volontà è stato da brividi, tanto da farmi pensare, tra me e me, “è questa la vita che volevo da bambino!”.
Alla fine di questa lunga mission, non so se ho imparato più a guidare che a surfare, ma sicuramente mi sono divertito come un bimbo e questa è l’unica cosa che conta… almeno per me!
Testo a cura di Fabio Sabatelli – Wind News Team (www.windnewsmag.it)
Photo © WindNews Connection