A cura di Candida Toscano
Valentina Romano: una voce calda, avvolgente, sensuale
Sono emozionata, la mia prima intervista è con lei, Valentina Romano, 39 anni. Cantautrice, musicista, autrice, poetessa itinerante. Valentina ci racconta della sua anima ribelle e rock, un’anima perennemente in viaggio, in eterno movimento. Riavvolgo il nastro e riascolto la sua voce. Valentina canta come un angelo caduto dal cielo, quel suono ti coglie di sorpresa come un temporale fresco in una torrida estate.
“Ciao Valentina, so che stai facendo questo viaggio itinerante in camper, ormai da 7 anni. Come sta andando?”
Mi trovo benissimo, non potrei più farne meno, non tornerei più indietro.
Mi sposto in continuazione, sono spesso all’estero. Vado ovunque mi porti la mia musica. Ora sono in Italia, in Sicilia.
Valentina, nata in Lombardia da mamma siciliana e papà campano, si sente un’anima e una donna del sud, fiera di esserlo. Dice di sé:
Ho sempre avuto la passione per la musica, fin da piccola, sapevo già che sarebbe diventata la mia vita. E così è stato. Sono musicista e cantante.
“Come hai capito di avere questi talenti, Valentina?”
L’ho capito subito sin da piccola, anche se è una cosa che tenevo nascosta agli altri, ne ero gelosa.
Da bambina mi mettevo davanti ai miei peluche e facevo finta di fare i concerti.
Ed è una cosa che ho sentito fin da subito, ma non so perché, lo facevo di nascosto.
“Cosa fai oggi e come lo fai?”
Suono in concerto, principalmente nelle case, houseconcert, faccio solo cantautorato italiano e in più, durante lo spettacolo, leggo le mie poesie o alcuni spezzoni dei miei libri. Non è semplice, è una cosa complessa da proporre, molto particolare e ricercata, ma è quello che mi piace fare. Mi do molto da fare per trovare clienti, mando email, scrivo, cerco le situazioni ideali per suonare. Non sempre va bene, dipende dai periodi, se non trovo clienti c’è sempre la strada. Suono anche in strada. La strada è sempre lì, aperta e libera. Suono la chitarra acustica e lo shruti box, uno strumento indiano che solitamente viene usato nei mantra. Ma io lo uso per farci le mie canzoni.
Valentina suona solo brani suoi, niente cover, e ha già scritto 2 libri. Uno sul come vivere da nomade, “Zingaré”, l’altro è un libro di poesie, “Sustantzia”.
“Quando hai capito che volevi vivere itinerante in questo modo?”
Ho sempre amato #viaggiare, e ogni tanto lo facevo. Ma lavoravo molti mesi di seguito, e un po’ mi pesava, anche se ho sempre fatto lavori che mi piacevano. Facevo l’insegnante di canto, e ogni volta che tornavo da un viaggio, non vedevo l’ora di ripartire. Nello stare ferma in un luogo soffrivo, il mio vagare era più forte di me. C’era sempre qualcosa che mi chiamava, per farmi spostare. Mi chiama il vento, devo cambiare sempre posto.
“Qual è l’#emozione più forte che senti nel #viaggiare, quella che ti accompagna sempre?”
Lo stupore! Mi sento sempre come se fossi perennemente una bambina. Ho questo forte sentimento di stupore quando viaggio, sempre. Ogni giorno è come se fosse il primo, anche se lo faccio da molti anni.
“Quali sono i vantaggi di questo tuo vivere itinerante?”
Il primo vantaggio è la libertà di scegliere dove stare, al mare, in montagna. Il secondo vantaggio è non avere orari, non dovere rendere conto a nessuno, sono da sola, in connessione con me stessa. Il terzo è il vivere più #lentamente, dando importanza anche alle piccole azioni quotidiane, come farsi una doccia. Azioni che spesso tutti danno per scontate (nel camper non ce l’ho neanche la doccia!). Mi lavo fuori, mi imbosco all’aperto, vivo in maniera #selvaggia. Non sono mai stata nelle aree campeggio attrezzate.
“E quali sono gli svantaggi del vivere itinerante?”
Il primo in assoluto: ogni tanto incontro uomini che mi disturbano.
“E in questo caso cosa fai, come ti difendi?”
O scappo oppure mi difendo, ho fatto arti marziali tanti anni, mi so difendere abbastanza. Accade di più nei centri abitati, può succedere che qualcuno quando viene a sapere che sono una donna sola, mi segua e mi dia disturbo. Chi vive come me viene visto male dalla società “cosiddetta civile”, soprattutto in Italia. Sono vista come una persona “strana” che fa delle cose “strane”.
“Qual è stata la lezione più importante che hai imparato vivendo itinerante?”
Ho imparato il vivere, il godersi ogni giorno come se fosse l’ultimo, senza dare niente per scontato. Questo pensiero ce l’avevo già dentro di me, ma viaggiando l’ho amplificato, sempre di più. Ho imparato a vivere nel qui e ora, senza troppi pensieri.
“Che consigli daresti per godere al massimo di questa esperienza a chi vorrebbe vivere così, come te?”
Bisogna avere uno spirito di adattamento molto forte per vivere come me, è necessario riuscire a staccarsi da tutto ciò che ci dà sicurezza. Bisogna vivere alla #giornata, non c’è niente di sicuro a vivere così.
“Cosa potresti dire per scoraggiarli? Per chi può essere difficile vivere così?”
Può essere molto complesso staccarsi dai propri affetti. Le persone all’inizio soffrono molto per quello. Molli tutto e vai, non sai dove. Devi lasciare la vita che hai per andare incontro alle novità, niente più routine, niente casa, niente vecchi punti di riferimento. Mi è successo qualche volta anche di trovarmi con pochissimi soldi, ma quando vivi così non hai niente da perdere, le cose poi arrivano a mano a mano, camminando, nel percorso.
“Parlami dei tuoi progetti futuri”
Ho appena inciso un disco in vari dialetti del sud, amo i dialetti, starò al sud per un po’, Sicilia, Calabria, Puglia. I miei programmi sono di mese in mese, non vado mai aldilà di 2/3 mesi con la programmazione. Sto scrivendo un terzo libro che uscirà a breve, sulla Sardegna. Ci ho vissuto un anno in Sardegna, ed è una terra che mi ha dato tantissimo.
Ecco una mia poesia, il retro del mio libro:
“Ho capito di non avere bisogno di niente
quando mi svegliai per la prima volta
con gli alberi che ballavano nel verde,
nell’azzurro e nel bianco che cambiava”
“Se tu fossi di fronte alla te stessa di 10 anni fa cosa le diresti?”
Che ha fatto la cosa giusta. Di rifare tutto, come ho fatto, senza nessun rimorso.
“Come sarà la tua visione del mondo tra 10 anni, seduta sotto la #veranda del tuo van e rimirando un panorama, con il tuo libro preferito accanto e una buona tazza di the o caffè bollente?”
Penso che tra 10 anni la mia visione non cambierà poi tanto. Ho una percezione del tempo stranissima, è da 7 anni che vivo così, e mi sembrano passati 2 giorni.
Non cambierà molto. Fra 10 anni mi sembreranno 2 anni. So che quando mi stancherò di girare vorrò stare in una casa piccolissima in mezzo al verde, con gli animali. Io sono vegana, amo gli animali. Mi piacerebbe avere un terreno per stare con gli animali liberi, se mai mi fermerò sarà così.
“C’è altro che vorresti far sapere ai nostri lettori di Girare Liberi?”
Niente di più, le tue domande mi hanno fatto esprimere le cose migliori del vivere itinerante. Essere nomade è uno stato d’animo, non è per tutti, non è per forza viaggiare. Puoi essere nomade dentro, coi tuoi pensieri, con le tue idee, anche senza viaggiare.
Grazie Valentina, è stato un piacere conoscerti, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, ai 2 opposti.
Mi immedesimo nella tua voglia di viaggiare, io viaggio con la mia immaginazione.
Scrivendo io viaggio con la mente, sono sempre in giro, sono nomade in altri modi, senza spostarmi, come posso.
Un abbraccio forte a te Valentina.
Opere di Valentina Romano
https://wakonda.bandcamp.com/album/ascuttadi
musica Valentina Romano
“Ascuttadí”…
Ascoltati…
il nuovo EP di inediti di Valentina Romano in collaborazione con Biagio Accardi. Composto sia in lingua italiana che in vari dialetti del Sud mischiati insieme per non dare limiti al linguaggio e all’espressione.
Titoli libri:
Zingaré (parla del vivere nomade)
Sustantzia
(Libro di poesie)
Frasi di Valentina dalle copertine dei suoi album musicali:
“Il lasciare andare tutto ciò che non è utile per poter essere felici, attraverso l’ascolto di se stessi e di ciò che ci circonda, cercando ripari di protezione dal male non utile, per vivere sulla buona via della bellezza della natura e della poesia, diventando vento, ma senza per questo travolgere nessuno, attraversando strade diverse per poter essere sempre in cammino per poi un giorno ritornare semplicemente conchiglia”
“Ho sviscerato il mio essere per capire dove fosse la mia gioia,
oscillando tra luce e tenebre, ho capito che ciò che conta è la consapevolezza di esserci”
Intervista e note a cura di Candida Toscano
www.candidatoscano.com